Inchiesta urbanistica Milano, Cassazione respinge ricorso Procura: "Catella non va arrestato". Anche Bezzicheri e Scandurra restano liberi. Cosa succede ora
INCHIESTA URBANISTICA MILANO, CASSAZIONE RESPINGE RICORSO PM
Manfredi Catella, Alessandro Scandurra e Andrea Bezziccheti devono restare in libertà: lo ha stabilito la Cassazione, respingendo il ricorso della Procura di Milano nell’ambito della maxi-inchiesta sull’urbanistica. I tre erano stati arrestati per presunti reati connessi alla gestione delle pratiche urbanistiche nel capoluogo lombardo, ma i provvedimenti erano stati revocati dal tribunale del Riesame, giustamente secondo la Suprema Corte, che ha dichiarato inammissibile il ricorso dei pm meneghini. Anche per la Cassazione, le cui motivazioni saranno rese note nelle prossime settimane, non ci sono elementi ritenuti sufficienti per disporre le misure cautelari.
La Suprema Corte, chiamata a stabilire la correttezza logica del provvedimento del Riesame, ha ritenuto che il lavoro è stato logico e corretto; quindi non sono emerse prove di un accordo corruttivo tra Catella, CEO di Coima, e Scandurra, uno dei membri della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, e i pagamenti ricevuti da Scandurra da parte di Coima possono essere ritenuti normali compensi per il suo lavoro, non tangenti.
Stessa valutazione anche per Bezziccheri, patron di Bluestone, che era l’unico ad essere finito in carcere a luglio. Non vi sono prove che Scandurra, durante la riunione dell’ottobre di due anni fa sul progetto “Pirellino”, abbia esercitato pressioni indebite sulla Commissione Paesaggio, i cui membri peraltro sono undici. Mancano prove di un contributo decisivo o illecito da parte sua.

Invece, i pm milanesi sostengono che il Riesame avrebbe analizzato i fatti in modo troppo frammentato; esisterebbe invece un sistema illecito più ampio, una rete in cui imprenditori ottenevano vantaggi immobiliari grazie alla complicità della Commissione Paesaggio del Comune. Quindi, per la Procura, il Riesame ha valutato ogni episodio singolarmente, senza cogliere la visione d’insieme.
INCHIESTA URBANISTICA MILANO, COSA SUCCEDE
La Procura di Milano, come riportato dal Sole 24 Ore, deve decidere se procedere comunque con la richiesta di rinvio a giudizio, modificare le accuse oppure archiviare. Non è escluso che i magistrati vadano avanti, visto che su altri fronti — come quello della lottizzazione abusiva — sono state ravvisate irregolarità nella gestione urbanistica milanese degli ultimi 15-20 anni.
Il nodo centrale dell’inchiesta urbanistica Milano è dimostrare che vi sia stata corruzione: la Procura sostiene che esistesse un sistema corruttivo nella Commissione Paesaggio, che avrebbe favorito imprenditori e progetti immobiliari, ma per i giudici finora le prove mostrano vicinanza e rapporti impropri, ma non necessariamente corruzione, che richiede scambi concreti: favori in cambio di utilità.
Secondo il Sole 24 Ore, l’accusa più adatta sarebbe quella di abuso d’ufficio, perché molti comportamenti sembrano conflitti di interesse o uso scorretto del ruolo pubblico; ma questo reato è stato eliminato dal codice penale di recente, quindi non è più contestabile.
