I valori da difendere non possono limitarsi solo al diritto al lavoro, a un’esistenza dignitosa, all’uguaglianza di fronte alla legge, ma devono comprendere anche il diritto alla vita di qualunque essere umano (il cui valore è misterioso e superiore ad ogni manipolazione e riduzione), all’inviolabilità contro ogni violenza e terrorismo, alla libertà di educazione, alla libertà di scelta dei servizi alla persona che rispetti concezioni e tradizioni diverse, alla libertà di intrapresa economica diffusa. La politica non deve permettersi di violare questi santuari della civiltà, pretendendo di concepire e attribuire “felicità” totali o parziali, ma deve aiutare la persona e i corpi sociali a sperimentare e vivere queste dimensioni che appartengono loro. Per questo non può che esercitare l’arte del compromesso tra le diverse posizioni autolimitando la sua sfera di influenza, muovendosi secondo metodi e scopi sussidiari e riformisti.