Moreno Morani (1946-2021) è stato professore ordinario di glottologia e direttore del dipartimento di Scienze dell'antichità, del medioevo e geografico-ambientali (Disam) dell'Università di Genova. Nato a Milano, si è laureato in lettere all'Università Cattolica di Milano. È stato ricercatore nella medesima università. Ha insegnato glottologia nelle Università di Trento e Catania, dove ha tenuto anche il corso di Linguistica generale. Dal 1990 ha insegnato all'Università di Genova. Ha prodotto pubblicazioni in vari ambiti della linguistica indoeuropea (tra cui i manuali: "Introduzione alla linguistica greca", Alessandria 1999; "Introduzione alla linguistica latina", München 2000; "Lineamenti di linguistica indoeuropea", Roma 2007), e ha curato per la Collezione Teubner la nuova edizione critica del "De natura hominis" di Nemesio di Emesa, 1987. Ha prodotto numerosi testi di interesse più generale ("Cultura classica e ricerca del divino", 2002, in collaborazione con Giulia Regoliosi) e traduzioni da varie lingue (in particolare dal greco le "Tragedie" di Eschilo, Torino 1987, e dal sanscrito la S'akuntala riconosciuta di Kâlidâsa, Milano 1982). È stato un rinomato armenista. Feed Rss
"Preghiera" viene dalla radice *prek' diffusa in tutta la comunità linguistica indoeuropea. In tutte le derivazioni il significato della radice è quello di "chiedere"
La parola teatro risale al greco théatron. Attraverso il latino theatrum la parola si è diffusa a molte lingue d'Europa, sia romanze sia di altre famiglie
L’analisi linguistica ci mostra che tra noia e odio vi è una stretta contiguità. All’origine di noia vi è infatti il verbo latino raro e tardivo inodiare
Ha fatto scalpore nel sotto-linguaggio burocratico della scuola l’uso del termine “rima buccale”, che ha fatto indignare (a ragione) praticamente a tutti
Il termine italiano maestro è la continuazione del latino magister. Propriamente colui che è “più del più”, qualcuno ritenuto superiore, è perché autorevole
Cuore, credo, Herz, sirt, srce: tutte parole che vengono da un primitiva base comune, “k’rd-”. Un “luogo” nascosto in noi capace non solo di sentire ma anche di pensare
Col termine esperienza indichiamo la notizia piena e di prima mano di qualcosa. Ma il “viaggio” dell’esperienza risale molto indietro: al greco e all’indoeuropeo
Se per i Greci la felicità era segno della benevolenza degli dei e per i Romani dell'abbondanza del raccolto, solo con la Chiesa assume un valore spirituale