Docente senior presso l’Area organizzazione & personale della Sda Bocconi, Paolo Preti è direttore del Master piccole imprese della Sda, professore associato di Organizzazione aziendale all’Università della Valle d’Aosta e professore a contratto di Organizzazione delle piccole e medie imprese alla Bocconi.
Preti inoltre collabora con Itp (International teachers program), centre Hec-Isa, Jouy-en-Josas, Francia; Centro de excelencia para la Pequena Y Mediana Empresa, Universidad Federico Santa Maria, Cile; Corso di formazione per imprenditori, Itam, Città del Messico.
L’economia che sta dietro la politica e che, come ben sappiamo, ne dirige le operazioni, non dipende solo da grandi interessi, ma anche dalle scelte della gente comune
Gli indignati di oggi sono maestri nell’elevarsi a baluardi contro l’inevitabile declino morale, ma incapaci di costruire e testimoniare una sia pur piccola alternativa
Denuncia e pretesa portano solo a carriere personali, a disillusioni collettive e a violente scelte elitarie. Oggi più che mai c’è bisogno di esperienza e testimonianza
Wikileaks, crack irlandese, crisi di governo: dentro la confusione della realtà e nostra, afferma PAOLO PRETI, la responsabilità e creatività di uomini protagonisti fa la differenza
Si è discusso sui giornali di Big Society, ma autorevoli firme sono convinte che le iniziative da parte della società civile siano destinate a fallire in Italia. Mentre la realtà, dice PAOLO PRETI, li smentisce
Poco di quanto è accaduto di buono nel mondo delle imprese negli ultimi 50 anni è stato merito di decisioni di politica industriale. Il commento di PAOLO PRETI
La nostra economia dà segnali incoraggianti di ripresa e, per alcuni versi, di mantenimento di comportamenti virtuosi caratteristici del nostro Paese. Il commento di Paolo Preti
I dati che vengono presentati come gravi nel parlare di crisi, in realtà sono più modesti di quel che sembra. Basta leggerli e comunicarli correttamente
Proprio ora è bene ricordarcelo: questa crisi si è manifestata economicamente, ma ha avuto un origine educativa e può essere definitivamente sconfitta solo su questo piano
Confindustria festeggia il centenario. Venerdì e sabato scorso, cinquemila imprenditori italiani a Parma, confermano l' appoggio al Premier e alla Lega
Oriano Vidos, Paolo Trivellin, Giuseppe Nicoletto, Walter Onagro, Riccardo Fusi, Diego Anemone, Emanuel Giuseppe Messina, Mario Nencini. Questi nomi, queste persone hanno in comune, almeno per me, solo una cosa: i giornali nei giorni scorsi riferendosi alla loro professione li hanno presentati tutti con lo stesso termine.
Il nuovo libro di Dario Di Vico “Piccoli. La pancia del paese” mostra una realtà effettiva dell’Italia, ma dove sono cuore e ragione del nostro tessuto produttivo?
Non ci sarebbe bisogno di aggiungere molto: le caratteristiche di questa particolare avventura imprenditoriale che ruota attorno a Dario Cecchini, e che coerentemente si chiama “Solociccia”, sono tutte contenute nelle poche righe precedenti. Un macellaio che, restando tale, ha saputo reinventarsi ristoratore.
Il fallimento del “metodo Toyota” e il fatto che Mc Donald’s debba inventare il Mc Italy dovrebbero far riflettere sull’originalità delle nostre Pmi. Il commento di PAOLO PRETI
Avanza ora una nuova ipotesi a spiegare la crisi economica, i cui principali effetti possiamo pensare di esserci lasciati alle spalle. L’eccesso di indebitamento a cui è ricorso il popolo americano, sostenuto da governo e banche, sarebbe dovuto ad una esistenza priva di idealità
Che cosa accomuna, a quel che è dato di sapere, Benedetto XVI, la regina Elisabetta e il ministro Tremonti? L’essersi espressi nel corso dell’anno appena finito in maniera sostanzialmente negativa sull’operato degli economisti
Una cosa mi piacerebbe chiedere ad inizio d’anno a chi si occupa, a diverso titolo, di questo straordinario Paese: uscire dalla logica bartaliana per cui tutto quello che c’è è sbagliato e da rifare
La finanza deve servire alle imprese, non le imprese alla finanza. Ho sempre fatto riferimento a questa semplice regola di buon senso, più volte stravolta in questi ultimi anni
Da parte di queste persone, idealmente rappresentative di una parte importante del Paese, c’è innanzitutto un forte bisogno di raccontarsi e di poter essere ascoltati
C’è spazio in un momento di crisi per affermare la possibilità non utopica di dare sostanza, anche economica, al comportamento della persona e al suo farsi popolo
Le posizioni espresse da Alberto Alesina e Andrea Ichino in un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore tendono a contrastare quel che di buono la tradizione italiana ha costruito nel tempo
A Mantova venerdì e sabato si è tenuto il forum della Piccola impresa di Confindustria con il lancio della proposta T-Holding per favorire le aggregazioni tra imprese
Roger Abravanel ha scritto un articolo sul Corriere della Sera che non lascia molte vie di scampo: le nostre Pmi sarebbero causa di alta burocrazia e bassi salari
In estate il settore turistico ha tenuto, mentre quello primario torna alla ribalta. Anche qui prevale la presenza di imprese di piccola e piccolissima dimensione
Il nostro futuro non può che essere un ritorno al passato, a quello che sappiamo fare, alle piccole e medie imprese. Aiutiamole a crescere e a svilupparsi, ma sempre piccole e medie saranno
Nell’Italia del Superenalotto impazzito e dei 60 miliardi di sms all’anno, realtà come la Fondazione Santa Maria del Soccorso a Genova e i Bilanci di giustizia a Verona aiutano a gestire il bilancio famigliare. Iniziative per condividere i bisogni e favorire la responsabilità dei singoli
Sempre più giovani nel nostro paese scelgono l’avventura imprenditoriale al posto di lavoro dipendente. Un fatto che ha implicazioni sul sistema economico
La Innse e Attilio Camozzi: l’esempio di una cultura in cui capitale e lavoro, pur chiaramente distinti per interessi e visioni, non sono in conflitto ma sanno trovare ampi spazi di bene comune
Le ultime notizie in campo economico sembrano confermare la giusta strategia di ricercare la difesa dei territori da cui dipende anche il successo del Made in Italy
La vita, quella concreta di tutti i giorni, ci ricorda che le nostre abitudini, quelle dell’italiano medio, non vengono per fortuna cambiate dalla crisi
La crisi stimola la capacità dei piccoli imprenditori di auto-organizzarsi, di mettersi insieme per cercare di fronteggiare la crisi. PAOLO PRETI ci presenta i "Contadini del tessile", ovvero un nuovo modo di reinterpretare una filiera produttiva
Carità, verità, giustizia e bene comune: in particolare i primi sette punti dell’enciclica richiedono ad ogni persona di buona volontà uno studio serio e meditato
Quella del comitato “Imprese che resistono”, una sorta di chiamata alle armi partita dal basso, è una manifestazione che segnala la difficoltà del momento per tante aziende di piccola e piccolissima dimensione
Spesso mi chiedono cosa devono fare le nostre imprese, e segnatamente quelle di piccola dimensione, per prepararsi alla futura ripresa; un po’ provocatoriamente rispondo sempre: “Restare ferme”
Un motivo per cui il nostro paese sta subendo in misura minore rispetto ad altri gli effetti della crisi che attraversa tutto il mondo è da ricercarsi proprio nella proprietà familiare delle imprese
Non c’è un valore della dimensione a priori, solo una sua strumentalità, come per tutto ciò che attiene all’organizzazione aziendale, rispetto al raggiungimento delle finalità di istituto
Senza educazione non c’è etica che tenga come è provato dal comportamento di molti manager di aziende di credito e di imprese finanziarie d’oltreoceano
Nella nostra società è normale ipotecare il futuro e rapinare il presente: più si è abituati a sognare un domani idilliaco e meno si è disposti a costruire nell’oggi con il materiale a disposizione
Il nostro destino, e anche il nostro umore, non può essere appeso a dei numeri, per quanto importanti, ma deve fondarsi sulla certezza che il modello di sviluppo del paese è solido
La positività parla al cuore, spesso indurito, delle persone e interpella la loro residua volontà di ridestarsi e di agire, chiama ad una risposta perché mostra un percorso
L’attuale frangente drammatico proveniente dall’Abruzzo può insegnarci qualcosa per affrontare la crisi che, sottotraccia, continua a interessare la nostra economia
Sembrerebbe di poter affermare che tra stato e mercato in Italia, nei fatti, ha sempre finito con il vincere la società, i corpi intermedi, l’iniziativa personale con tutto quello che ne consegue
Ciò che ci può aiutare a ridurre la portata della crisi è, a ben vedere, lo stesso patrimonio su cui si è costruito negli ultimi sessant’anni il bene comune: persona, famiglia, impresa
Sembrerebbero esserci delle motivazioni che giustificano la percezione attenuata in larghi strati della popolazione degli effetti del difficile momento che attraversiamo
La politica nazionale ed europea non deve impegnarsi a perseguire un obiettivo di breve periodo elevando barriere protezionistiche, ma al contrario ridurre le difficoltà al fare impresa all’interno dei propri confini territoriali
La capacità di risparmio delle famiglie italiane e la forza della piccola impresa sono due punti chiave di un modello originale che esce dai canoni internazionali
Nelle classifiche internazionali il nostro paese non si è mai distinto per particolari capacità. Anzi. In quelle fresche di stampa, e a cui ha fatto riferimento anche Ronald Spogli nel suo discorso di addio all’Italia dopo parecchi anni in cui vi ha esercitato il ruolo di ambasciatore degli Stati Uniti, risultiamo al 76° posto nel mondo per libertà economica, fonte Heritage Foundation e Wall Street Journal, al 65° per grado di apertura al business per la Banca Mondiale e al 25° per livello di competitività, però su ventinove posizioni totali, secondo dati Ocse.
Al capitale imprenditoriale deve affiancarsi un capitale professionale che aiuti a sviluppare le intuizioni del primo: è questo il campo di scuole e università
Il modello originale di sviluppo che regge il paese fin dalla sua prima industrializzazione negli anni Sessanta è destinato a reggere anche questa volta