Roberto Vicini (1954), laureato in filosofia, è stato docente di ruolo di storia e filosofia nel Liceo Classico "P. Sarpi" di Bergamo dal 1987 al 2014, cultore della materia in filosofia della storia nell’Università Cattolica di Milano (1979-1981) e in sociologia dell'organizzazione nell'UC di Brescia (2004-2005). Negli anni 1995-97 è stato consulente della redazione giovani de l'Eco di Bergamo e dal 2000 al 2004 dell'assessorato le politiche giovanili del Comune di Bergamo. Dal 2003 al 2014 è stato consulente ed ha offerto assistenza tecnica alla Regione Lombardia per l'ambito del sistema di istruzione, formazione e lavoro. la definizione dell'ordinamento di IeFP, il sistema regionale di certificazione e degli standard formativi e professionali. Nel triennio 2014-17 ha svolto la funzione di dirigente scolastico nell'Istituto secondario superiore di Clusone; da gennaio 2018, dopo aver receduto unilateralmente dal contratto con l'amministrazione statale, ha ripreso la libera attività professionale.
Può la guerra, nel momento in cui ci chiede una nuova comprensione del mondo, non indurci a cambiare anche la scuola, cioè il nostro modo di istruire ed educare?
Gli studenti invece di pretendere l'ingresso nella realtà chiedono in piazza una scuola come limbo. E il minimalismo ministerial-sindacale li asseconda
Nessuna sanatoria: il ministro Bianchi ha stabilito che valgono le norme pre-Covid. Sarà il consiglio di classe a stabilire se promuovere o bocciare chi ha gravi insufficienze
In vista dell’estate ma soprattutto della ripresa di settembre, l’amministrazione scolastica appare la più sprovvista di strategia. Ecco come ripartire seriamente
La priorità della scuola non è riversare ancora fiumi di denaro pubblico, magari al Sud. Bisogna partire dalla valutazione di qualità di istituti e docenti
Erogare percorsi di istruzione e formazione professionale è una sfida benefica per gli istituti professionali. Ma le resistenze sono molte. A cominciare da docenti e dirigenti
L'alternanza scuola lavoro ha un impatto sulla normale prassi della didattica che non poteva rimanere uguale a zero, per questo è stata tolta, secondo ROBERTO VICINI
Nuovo esame di Stato. Nelle intenzioni del Miur le griglie di correzione delle prove dovrebbero garantire l’omogeneità di valutazione, ma non sarà così. ROBERTO VICINI
Il bonus merito, una delle punte di diamante della legge 107, doveva premiare i docenti più bravi. I sindacati, con la complicità di un ministro, sono riusciti a rovinarlo. ROBERTO VICINI
Serve più metodo o più discipline? Il dibattito perenne rimane aperto. Ne parla ROBERTO VICINI, che vede nel “disciplinarismo” il filo (cattivo) che unisce a doppia mandata scuola e università
Continua il dibattito sulle Indicazioni dei licei. Secondo ROBERTO VICINI la non esplicitazione delle competenze porta con sé gravi problemi e lascia la scuola prigioniera dell’idealismo
I tagli alla scuola e una vera autonomia non significano per forza, spiega ROBERTO VICINI, una minore qualità, ma una razionalizzazione di quanto in classe si debba apprendere. Un virtuoso esempio in questo senso è la scuola “Ivo de Carneri” di Trento
L’Europa ha posto nel 2010 il termine perché gli Stati membri definiscano e si dotino di un “Quadro Nazionale delle qualificazioni”. Ma il sistema di istruzione e formazione italiano vive ancora nell’anarchia dei linguaggi e dei sistemi frammentati o autoreferenziali
Il mestiere dell’insegnamento oggi è ancora strutturalmente legato alla modalità di organizzazione dei saperi per “discipline” ed all’idea romantico-idealistica di “enciclopedia”: l’insegnamento come comunicazione del sapere
Tre i nodi decisivi, per dare spazio a un cambiamento che non sia solo di facciata: vera attuazione del Titolo V; ridefinizione dell’istruzione professionale; definizione organica di un quadro di standard formativi di apprendimento in termini di competenze