Silvio Bosetti è nato a Milano nel 1958, si è laureato nel 1982 in ingegneria meccanica a pieni voti al Politecnico di Milano. Ha fatto esperienze professionali nel settore dell’energia e dei servizi pubblici locali, con ruoli crescenti in società private e municipalizzate. Dal 1991 per oltre 10 anni è stato dirigente nel gruppo Aem, dove ha completato il progetto di metanizzazione, riorganizzando una struttura di oltre 1000 dipendenti, sviluppando la campagna di marketing per il riscaldamento e collaborando al progetto di unbundling. Dal 2002 è Ad di Agam (Società dei Servizi di Monza), controllata dal Comune di Monza e partecipata al 25% da A2A. È presente nei principali enti tecnici del comparto, in particolare nel settore del gas naturale, teleriscaldamento e servizi idrici. Dal 2006 è presidente della Fondazione ordine degli ingegneri della Provincia di Milano. È stato presidente di Confservizi Lombardia e membro della Giunta di Confservizi nazionale con delega alla qualità ed ai consumatori (triennio 2003-2006). Ha ideato e avviato la Fondazione Energy Lab, con soci università milanesi, Regione Lombardia, la Fondazione Aem ed Edison.
La situazione energetica italiana, in particolare quella elettrica, non ha mai goduto di buona salute. E le cose stanno peggiorando, ci spiega SILVIO BOSETTI
L'Europa sta disegnando la sua strategia energetica per i prossimi anni. L'Italia, spiega SILVIO BOSETTI, nonostante la sua situazione non ottimale ha una grande occasione
Gazprom non farà più credito all’Ucraina per le forniture di gas. SILVIO BOSETTI ci spiega che conseguenze avrà questa decisione sull’Europa e sull’Italia in particolare
Nel pieno della crisi ucraina, l’Europa è tornata a parlare di energia e sembra poter contare sul supporto degli Stati Uniti, forti dello shale gale. L’analisi di SILVIO BOSETTI
Nonostante molto sia stato fatto negli ultimi anni, alla nostre carenze strutturali, spiega SILVIO BOSETTI, si sommano anomalie tipiche esclusivamente del nostro Paese
La Strategia energetica nazionale parla chiaro: siamo seduti sopra miliardi di metri cubi di gas e tonnellate di petrolio che porterebbero lavoro e risparmi. Il commento di SILVIO BOSETTI
L’ultimo Piano energetico nazionale dell’Italia risale agli inizi degli anni ’80. Per questo, spiega SILVIO BOSETTI, occorre una nuova Strategia energetica nazionale per il nostro Paese
La situazione energetica italiana è caratterizzata da alcune anomalie. Una strategia per risolverle, spiega SILVIO BOSETTI, potrebbe aiutare la crescita economica del Paese
Sapete com'è nata Greenpeace e come è divenuta così famosa? SILVIO BOSETTI ce lo spiega parlandoci del libro di Patrck Moore, l'ambientalista ragionevole fondatore del movimento
Per oltre cinquant’anni siamo stati il maggiore operatore energetico in Libia. “Con Eni abbiamo chiuso” ha detto giovedì il ministro Al-Baghdadi. E ora? L’analisi di SILVIO BOSETTI
L'Italia ha scelto la strada del referendum per decidere il destino del nucleare. La vicenda giapponese e la disinformazione galoppante hanno avuto la meglio sulla ragione. SILVIO BOSETTI
Nelle ultime ore l’Agenzia nucleare giapponese ha aggiornato il livello di classificazione dell’incidente avvenuto a Fukushima. SILVIO BOSETTI spiega come sta evolvendo la situazione
Notizie allarmanti continuano a rincorrersi a proposito dell'emergenza della centrale nucleare di Fukushima. Ma cosa sta realmente accadendo all'interno? Lo spiega SILVIO BOSETTI
La situazione creatasi in Nord Africa deve far riflettere l’Italia sulla sua dipendenza energetica e, spiega SILVIO BOSETTI, far accelerare il ritorno del nucleare
La Corte Costituzionale ieri ha dichiarato ammissibile la proposta di referendum sul nucleare presentata dall’Italia dei valori. Il commento di SILVIO BOSETTI
Il Workshop Ambrosetti di Cernobbio ha sancito - pare - nuovamente il sì al nucleare, dopo mesi di latitanza sulla politica energetica. E il fan stavolta è Tremonti. Il commento di SILVIO BOSETTI
L’incauto “acquisto” di un appartamento con vista sul Colosseo da parte di un ministro può complicare non poco lo scenario dell’energia in Italia. Il punto di SILVIO BOSETTI
Ieri Berlusconi ha siglato con Putin un’intesa sull’energia: cooperazione nel nucleare e avvio del gasdotto South Stream nel 2012. SILVIO BOSETTI spiega le ultime mosse della politica italiana
Obama ha annunciato un finanziamento da 8,3 miliardi di dollari per la realizzazione di due impianti nucleari. In Italia, intanto, la politica si perde in sterili tattiche
Sarebbe davvero incredibile se il ministro Tremonti rinunciasse a finanziare l’Agenzia per la sicurezza nucleare pur di non mettere mano al portafogli. Facendo perdere all’Italia tempo prezioso e miliardi di investimenti. Il commento di SILVIO BOSETTI
Con un’anticipazione inattesa (lo si aspettava per febbraio) il Governo ha preparato il decreto legislativo in materia di impianti nucleari: un buon quadro legislativo, attuale e funzionale. Il commento di Silvio Bosetti
L’accordo Russia-Cina sul gas, gli approvvigionamenti dalla Russia verso l’Europa, la partita South Stream, i sogni proibiti del fondo Knight Vinke, il ruolo di Eni. C’è l’energia al centro dell’incontro riservato tra Berlusconi e Putin
Il ministro Scajola ha firmato con gli Usa un protocollo di intesa in campo nucleare. La partita italiana, dopo l’accordo Enel-Edf, alla tecnologia Epr francese (Areva) affianca ora quella di Westinghouse. Con partner Ansaldo. Ma le incognite maggiori rimangono tutte in casa nostra
Dalla Siberia alla Nigeria ed in tutti i Paesi in cui agisce in concessione, Eni opera già in un regime di confronto, competizione o collaborazione con gli altri players (dalla Mobil alla Gazprom), verso i quali occorre avere le stesse dimensioni e risorse. Silvio Bosetti risponde a Carlo Stagnaro
In coerenza con gli obiettivi posti a livello europeo, fin dal suo insediamento, il governo si è fatto carico della necessità di diversificare le fonti energetiche
Nell’approvvigionamento europeo di gas, sebbene appaiano consolidarsi gli accordi con i paesi del nord Africa, il vero regista e motore appare il gigante russo Gazprom
Un prolungamento dei tempi si poteva certo immaginare, ma ora, dopo ulteriori proroghe e sulla base di quanto deciso in Commissione Industria del Senato, la tempistica appare più incerta
L’ambizioso traguardo di avere in Italia nel 2030 tra i 10 ed i 15 mila MW di potenza installata con fonte nucleare fa pensare ad un numero di impianti variabili da 8 a 12. E il modello industriale dei consorzi potrà garantire l’accesso di altri operatori al mercato libero. La partita è tutt’altro che chiusa VOTA IL SONDAGGIO
L’accordo di ieri è un primo passo, molto concreto e anche pesante. Ma il percorso per il ritorno del Paese a questa fonte di energia resta però da completare
Dal decreto Bersani ad oggi il settore elettrico italiano si è evoluto, ma resta indietro rispetto ai paesi Ue. Oggi un programma di intervento per il rilancio di investimenti e iniziative è possibile, sia per le capacità del capitale umano che per quelle finanziarie. Le stesse condizioni politiche sembrano essere favorevoli. Si tratta solo di cominciare
La stampa ha dato grande risalto al “modello finlandese”. Il punto di forza è nel modello economico dei consorzi proprietari e gestori dell’impianto: enti no profit, con un socio di riferimento al 25% (una grande utility) che convive perfettamente con gli associati industriali e le aziende locali municipalizzate che distribuiscono l’elettricità alla popolazione
Continua la campagna de ilsussidiario.net a favore del nucleare. Abbiamo raccolto gli interventi di FULVIO CONTI, Amministratore delegato di Enel, che ha già costruito centrali all'estero, CHICCO TESTA, Presidente di Rete Metropolitana di Roma, autore del libro Tornare al nucleare? e l'analisi di SILVIO BOSETTI, Direttore generale della Fondazione Energy Lab. All'interno i precedenti interventi raccolti nel Dossier Nucleare
Oggi il costo di generazione da fonte elettronucleare è variabile tra i 30 ed i 45 euro al MWh. È quindi certamente competitivo con le centrali a gas (da 40 a 65 euro al MWh) e con quelle a carbone (da 35 a 55 euro al MWh
La politica energetica italiana subì il colpo decisivo con il referendum del 1987. In realtà l’Europa non è rimasta ferma: gli impianti sono attivi in 15 dei 27 stati membri dell’Unione. Dobbiamo riprendere il cammino interrotto e riavviare un programma di riqualificazione energetica