La risposta di Draghi al Sud

- Pietro Marzano

Le recenti parole di Mario Draghi al Meeting di Rimini contengono molte indicazioni per il Sud, affamati di prospettive e sviluppo

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Mario Draghi, ex presidente della Bce (LaPresse)

La forza dei discorsi che smuovono i pensieri è una delle alchimie più segrete che maggiormente stupisce chi voglia trovarvi un minimo di razionalità. Il motivo per cui tra mille e mille saliti su di un palco solo di alcuni resta memoria non è semplice e da decifrare. Contano le parole e chi le dice, certo, ma anche il momento in cui vengono pronunciate. Sappiamo quanto possa essere potente la parola dal fatto che essa susciti un cambiamento ed indichi una strada.

In questi giorni pare che tutti si siano sorpresi delle parole di Mario Draghi e della sua capacità di sintetizzare sentimenti e timori, prospettive e visioni che parevano sopite e sepolte da strati di slogan e foto digitali di cibarie e di flirt da ombrellone. La comprensione della sua narrazione e del suo impegno sono di certo un elemento che dà forza a quei pensieri e che ci dice molto di più di quel che è il mero contenuto del suo discorso. In primo luogo insegna a tutti noi che la vita si può riempire di serietà e competenza senza perdere la possibilità di essere attori sociali della vita. La sua algida presenza nella vita pubblica è solo una mistificazione, poiché il calore ed il valore delle sue scelte hanno consentito al Paese di trovarsi in condizioni  migliori di quel che si poteva sperare.Aver sin da subito spinto per una stagione di investimenti a debito ha spiazzato i populismi ed ha restituito un’identità alle istituzioni europee. Il suo appello per il capitale umano rappresentato dai giovani e dalle generazioni a venire, come elemento vero della riflessione, ha rimesso al centro il patto di solidarietà tra generazioni e territori. Infine, il richiamo al merito come elemento distintivo della crescita di un popolo ed elemento che discrimina una società efficiente e giusta da un mero agglomerato di solitudini egoistiche in cui vince solo chi sa approfittarne.

Draghi ha parlato al Paese ma in particolare a quella a parte del Paese che più ha necessità di trovare nella solidarietà, nella competenza e nel merito la sua strada. Blandito da erogazioni e prebende senza alcun obiettivo di crescita personale e collettiva reale, il Mezzogiorno si è scoperto affamato di denaro, ma la vera fame è quella di futuro e prospettiva che ad oggi ancora si fatica a vedere. Una fame testimoniata da anni di transumanza di talenti, dalla presa del potere da parte di consorterie mafiose, dall’inazione servile della classe politica.

Ora pare il tempo di poter aggredire questi problemi. Come Draghi ha sottolineato, la massa di denaro in arrivo è senza precedenti, il rischio è che venga dispersa senza dare a quel denaro una strada che porti alla vera emancipazione dei giovani e del Mezzogiorno. Da più parti, anche da queste pagine, si è più volte fatto riferimento a progetti e prospettive in grado di dare una svolta al futuro dell’Italia dando forza al Mezzogiorno con investimenti e risorse da dedicare alla crescita economica ed umana di una parte importante del Paese. Mancava forse una testimonianza  di vita e di conoscenza che rendesse questa prospettiva sistemica e coerente con una visione ampia del panorama europeo.

Draghi ha una storia personale da uomo semplice, cresciuto da una madre del Sud, persa in tenera età come il padre, e che con la tenacia dello studio e delle fatica ha percorso la strada della vita dimostrando che la crescita personale è possibile, a patto di avere gli stimoli e gli obbiettivi giusti, anche quando il contesto potrebbe suggerire una di vita meno sfidante e più accomodata.

Ci sfidano le sue parole perché la ventura di nascere in una famiglia piuttosto che in un’altra non può essere ciò che condiziona per sempre una vita. Non può e non deve esserlo. Abbiamo il dovere di fare in modo che nascere in un’area del nostro Paese, ed in futuro del mondo, non condizioni  le potenzialità di chi, per sorte, si è trovato a vivere in un certo contesto e che dovrà avere, tramite il merito, la possibilità di esprimere se stesso e le proprie  potenzialità.

A questo ci chiamano il discorso di Draghi, la sua esperienza di vita e le sue visoni. E di questo dobbiamo farci interpreti per costruire una via d’uscita dalla crisi pluridecennale del Mezzogiorno, che oggi si ritrova appaiato nella corsa con il Paese e del Paese può essere il volano. Da questo discorso può nascere un’idea nuova di impegno, perché le parole e le idee hanno una forza enorme se trovano gli interpreti ed il momento giusto.

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