Domenico Quirico (Asti, 18 dicembre 1951) è un giornalista italiano.
È reporter per il quotidiano torinese La Stampa, caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l'altro degli avvenimenti sorti a partire dal 2010-2011 e noti come "Primavera araba".
Nell'agosto 2011 è stato rapito in Libia e liberato dopo due giorni.
Il 9 aprile 2013, mentre si trovava in Siria come inviato di guerra, di lui si perde ogni traccia.[1]. La prima notizia del suo rapimento giunge il 6 giugno quando viene diffusa la notizia che Quirico è ancora vivo[2]; viene infine liberato l'8 settembre 2013, dopo 5 mesi di sequestro, grazie ad un intervento dello Stato Italiano e infine riportato a casa. Feed Rss
Un rapimento anomalo, con molti punti oscuri: così il giornalista DOMENICO QUIRICO rapito a sua volta in Siria, definisce il caso del bresciano Alessandro Sandrini
Per DOMENICO QUIRICO, i militanti di Al-Nusra non sono dei seguaci di Tocqueville, ma una formazione di fanatici musulmani che hanno fatto venire in Siria i combattenti stranieri
La Nato alza la voce dicendosi pronta a intervenire a fianco della Turchia se i russi continuano il loro interventismo in Medio Oriente. L'opinione di DOMENICO QUIRICO (La Stampa)
Per DOMENICO QUIRICO (La Stampa), le divisioni in Siria tra l’Isis e i gruppi qaedisti come al-Nusra sono una bufala. Tutti quanti collaborano sul terreno per costruire lo stato islamico
DOMENICO QUIRICO analizza quanto succeso nelle ultime ore in Libia, con la nascita dell'emirato islamico di Bengasi. Le armate fondamentaliste conquistano sempre più terreno
Per DOMENICO QUIRICO, se le formazioni qaediste vincono non ci sarà più posto per alcuna comunità cristiana: la sua unica chance di sopravvivenza sarà quella di accettare l’apartheid
Per DOMENICO QUIRICO, quando parliamo di Al Qaeda pensiamo a Bin Laden, ma lo sceicco del terrore ormai è preistoria. Anche se non lo vogliamo ammettere Al Qaeda è molto più pericolosa oggi
Per DOMENICO QUIRICO, muoversi nelle zone di confine tra il Mali e il Niger è estremamente pericoloso e si sono già verificate delle vicende terribili per opera dei gruppi islamisti