L’attesa seconda stagione di 1923 si è conclusa domenica scorsa con il settimo e ultimo episodio, un vero e proprio film di quasi due ore. Una scelta originale ma riuscita, che ha tenuto incollati allo schermo – con l’albero genealogico alla mano – milioni di fan della saga dei Dutton, qualunque fosse il dispositivo utilizzato.
L’attesissimo finale ha infatti chiuso definitivamente il secondo prequel sulla storia della potente famiglia del Montana, senza lasciare dubbi su eventuali ulteriori stagioni. Come annunciato, il racconto proseguirà nel 1944, quando i Dutton dovranno affrontare nuove sfide nel pieno della Seconda guerra mondiale.
La narrazione a ritroso della storia familiare di 1923 si concentra su un arco temporale relativamente breve: i mesi del gelido inverno del 1923. In Montana gli inverni sono da sempre lunghi e rigidi, ma quello fu particolarmente duro. Le malattie che colpirono il bestiame e le conseguenti difficoltà economiche misero a dura prova il ranch Yellowstone, rendendolo vulnerabile alle mire di speculatori, vecchi e nuovi. Jacob e Cara, l’anziana coppia che ha preso in gestione la tenuta dopo la morte del fratello James (padre di Elsa, protagonista della serie 1883), sono stanchi e disperati, ma nutrono ancora la speranza del ritorno del nipote Spencer, partito per la guerra in Europa.
Spencer, fratello minore di Elsa, non ha più fatto ritorno in Montana dopo aver combattuto sul fronte franco-tedesco, nelle Ardenne. Ha preferito una vita solitaria come cacciatore di leoni in Africa. È lì che conosce Alexandra, una giovane inglese, bella e piena di vita, in vacanza prima del matrimonio combinato con un rampollo dell’aristocrazia britannica. Con la sua spensieratezza, Alex riporta in vita Spencer, segnato dagli orrori della guerra; per lei, Spencer rappresenta la libertà, una via di fuga da un destino già scritto.
La prima stagione di 1923 si era conclusa con un colpo di scena: dopo aver ricevuto la lettera disperata di Cara, Spencer e Alex si sposano su una nave e partono per l’America. Ma il viaggio si complica: la famiglia dell’ex fidanzato di Alex li raggiunge e separa i due. Spencer viene fatto sbarcare a Marsiglia. Da lì inizia un lungo e tormentato viaggio verso il Montana, in solitaria, attraverso l’America più profonda. Anche Alex, tornata a Londra, decide di partire per gli Stati Uniti per ricongiungersi con il marito. La seconda stagione è, in sostanza, il racconto di questi due viaggi epici, fatto con i mezzi e i ritmi di un secolo fa.
Ancora una volta, Taylor Sheridan – creatore di 1923 e tutti gli altri spin-off e prequel della serie Yellowstone – riesce perfettamente a mettere in scena i valori fondanti degli Stati Uniti: l’idea di libertà assoluta, il fascino della conquista di terre selvagge, il difficile cammino verso la giustizia. Il tutto, grazie anche a un cast eccezionale. Non scopriamo certo oggi il talento di Harrison Ford e Helen Mirren, nei panni di Jacob e Cara, una coppia ormai matura, ma ancora straordinariamente affiatata e combattiva.
Ma protagonisti della serie 1923 sono due giovani talenti: Brandon Sklenar e Julia Schlaepfer, interpreti rispettivamente di Spencer e Alex, la coppia che incarna con delicatezza e intensità il romanticismo del selvaggio West. Brandon Sklenar ha recitato in Midway, Vice e The Big Ugly. Mentre Julia Schlaepfer è apparsa in The Politician. Ultima nota: la violenza, ancora onnipresente in quel periodo storico, resta una componente narrativa essenziale, da cui non si può mai davvero distogliere lo sguardo.
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