E’ andato al lavoro nonostante sapesse di essere positivo al coronavirus. Un 21enne di origini bengalesi ha provocato il caos nelle scorse ore in quel di Bari, dopo che lo stesso è stato scoperto: è scattata la denuncia a il ristorante in cui lavorava è stato costretto alla chiusura. Il ragazzo si è giustificato dicendo che si era recato sul luogo di lavoro per paura di perdere il posto, ma le autorità non ne hanno, giustamente, voluto sentire, è il giovane è stato segnalato. La positività al tampone, come ricorda l’edizione online de La Gazzetta del Mezzogiorno, era stata accertata nella giornata di sabato scorso, ma il giorno dopo aveva fatto perdere le tracce di se, in quanto il Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari non era riuscito a rintracciarlo nella sua residenza segnalata. A quel punto è scattato il piano di ricerca e la guardia di finanza lo ha trovato in una cucina di un sushi di viale Einaudi, a Bari, dove faceva il lavapiatti.
AL LAVORO CON IL CORONAVIRUS: POSITIVI ANCHE I SUOI COINQUILINI
Una volta scoperto, il bengalese è stato denunciato per la violazione degli obblighi di quarantena, e nel contempo è scattata l’indagine da parte della Procura di Bari, con il pm Marcello Quercia che vuole vederci chiaro. A complicare la situazione, il fatto che il bengalese vivesse assieme ad altre 10 dieci persone, tutte sottoposte immediatamente a tampone, e risultate positive in nove. Tutti negativi, tranne uno in attesa, i test invece eseguiti sul personale del ristorante, che comunque è stato chiuso in attesa di ulteriori disposizioni. Il giovane dovrà ora sottoporsi ad una quarantena obbligatoria in casa di 14 giorni, o fino a che il tampone non sarà negativo, dopo di che, dovrà rispondere davanti alla giustizia delle proprie azioni. Stando ad una prima indagine, pare che i datori di lavoro fossero all’oscuro delle condizioni di salute del 21enne.