235 ghiri congelati sequestrati dai carabinieri/ Piatto preferito boss ‘Ndrangheta
I carabinieri di Delianuova (Reggio Calabria) hanno ritrovato 235 ghiri congelati e imbustati: si tratta del cibo prediletto dagli esponenti mafiosi

235 ghiri congelati sono stati sequestrati dai carabinieri di Delianuova, in provincia di Reggio Calabria, nell’ambito di un’indagine che ha portato al loro ritrovamento in alcuni sacchetti di plastica. Non solo: molti altri esemplari di questa specie protetta sono stati trovati vivi, rinchiusi all’interno di gabbie, con l’intento di farli ingrassare e poi ucciderli, così da soddisfare le velleità enogastronomiche dei boss della ‘Ndrangheta. Sì, perché questo roditore, noto per la sua prolungata e proverbiale letargia, rappresenta il piatto preferito degli esponenti dell’organizzazione mafiosa calabrese.
A seguito di questa scoperta da parte delle forze dell’ordine, sono scattate le manette per tre persone, accusate di cattura e uccisione di animali di specie protetta. A loro si è giunti nel corso di un’altra indagine, che ha condotto al ritrovamento di 730 piante di marijuana in un terreno comunale situato proprio alla periferia del paesino che sorge ai piedi dell’Aspromonte.
GHIRI SEQUESTRATI: SONO GLI ANIMALI PIÙ AMBITI DALLA ‘NDRANGHETA PER I PRANZI TRA AFFILIATI
Come riporta il “Corriere della Sera”, negli scorsi anni la Lipu di Reggio Calabria ha mandato decine di esposti all’autorità giudiziaria “per segnalare le centinaia di bracconieri che, soprattutto nella Locride, percorrono in lungo e in largo l’Aspromonte e la Ferdinandea, nelle Serre catanzaresi, per piazzare trappole sugli alberi e catturare i ghiri”. Molte volte gli ‘ndranghetisti sono stati intercettati mentre discutevano di una giornata in montagna con amici “stranieri” e gli interlocutori si raccomandavano affinché nel banchetto non mancassero i ghiri arrostiti.
Oltre a rappresentare un piatto illecito e, dunque, difficile da ottenere, è noto come i boss della ‘Ndrangheta assumano le decisioni più importanti davanti a un piatto di ghiro arrostito. Ancora il Corriere scrive, in merito a tale argomentazione, quanto segue: “La leggenda riporta che, quando ci si riunisce per decidere su una condanna a morte, il capo tavola (il boss più alto in carica), azzanna il ghiro per la testa e poi indica il nome di colui che deve essere soppresso”.
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