L'Eurostat ha pubblicato gli ultimi dati sul rischio povertà ed esclusione sociale in Europa: in Italia sono circa il 27,1% de bambini in pericolo
Sono stati pubblicati dall’Eurostat – il corrispondente europeo del nostrano Istat – gli ultimi dati sulla povertà e sull’esclusione sociale in Europa, aggiornati alla fine del 2024 e riguardanti l’intero blocco dell’UE e tutti quei paesi (come l’Albania) che ruotano attorno alla sfera d’influenza del Vecchio Continente: il dato positivo è che, rispetto al 2023, sembrano essere diminuiti tutti gli indicatori relativi alle varie classi d’età considerate; mentre, guardando al solo caso dell’Italia (e dopo lo approfondiremo ulteriormente), a fronte di un dato stazionario – ma comunque superiore alla media europea – sul rischio povertà tra i bambini, si nota anche un lieve aumento dell’indicatore generale.
Partendo dal principio, è interessante notare che, secondo i dati ufficiali raccolti dall’Eurostat, nel 2024 il rischio povertà o esclusione sociale in Europa era del 21%, con un calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2023; mentre, guardando ai soli bambini – qui intesi come tutti gli under 18 – il dato arrivava al 24,2%, con un calo pari allo 0,6 per cento rispetto all’anno precedente: se nel primo caso i dati migliori li registra la Repubblica Ceca (11,3%) e quelli peggiori la Turchia (30,4%), nel secondo è la Slovenia ad essere virtuosa (solo l’11,8% dei bambini a rischio povertà), a fronte nuovamente della maglia nera turca (39,5%).
I dati sul rischio di povertà ed esclusione sociale in Europa: il caso italiano analizzato dall’Eurostat
Interessante (sempre prima di passare al dettaglio del caso italiano) che, secondo i dati raccolti dall’Eurostat, tra i bambini il rischio povertà è nettamente maggiore nel caso in cui i genitori abbiano un basso livello di istruzione: complessivamente, infatti, se i genitori hanno raggiunto il diploma delle scuole medie, il tasso sale addirittura al 61,2%, per ridursi nettamente fino all’11% nel caso in cui godano di un livello d’istruzione superiore o uguale a una laurea a ciclo breve (grossomodo l’ISCED 5, che include anche i corsi professionalizzanti successivi alle scuole superiori).
Dato, quest’ultimo, che torna anche se guardiamo alle percentuali di povertà ed esclusione sociale italiane, ma in questo caso è più interessante soffermarci sui dati generali: per quanto riguarda l’intera popolazione, lo scorso anno l’Eurostat ha stimato che nel nostro bel paese sono circa il 23,1% le persone a faticare ad arrivare a fine mese, aumentate di 0,3 punti percentuali rispetto al 2023; mentre, tra i soli under 18, il medesimo dato schizza fino al 27,1%, stazionario rispetto al 2023 dopo una diminuzione dell’1,4 per cento rispetto all’ancora pandemico 2022.