I Pediatri lanciano l’allarme. Paolo Biasci, presidente della Fimp, ha criticato aspramente il sistema organizzativo dei tamponi per rilevare l’eventuale positività al Covid-19 degli studenti: «I tempi tra la richiesta del tampone da parte del pediatra e l’arrivo del risultati sono troppo lunghi, in media 5 giorni. Questo denota un deficit organizzativo grave ed il rischio è che si blocchi il Paese». Per il numero uno della Federazione italiana medici pediatri il rischio di blocco è reale, considerando che i genitori potrebbero restare fermi insieme ai figli magari per una settimana e questo «è inaccettabile» secondo Biasci. La Federazione ha le idee chiare e manda un messaggio direttamente alle regioni, come riporta Tg Com 24: «Le Regioni devono impegnare più risorse per l’effettuazione rapida dei tamponi, altrimenti si bloccano le famiglie ed il Paese».
PEDIATRI, ALLARME TAMPONI: LE PAROLE DI BIASCI
Biasci ha inoltre rilasciato un’intervista a Repubblica per parlare di quando devono essere fatti i tamponi ai bambini e la situazione è molto chiara: «Con che sintomi richiediamo il tampone? Gli stessi di qualunque altro problema virale tipico dell’autunno-inverno: febbre, tosse, cefalea, dolori muscolari, raffreddore, ma intenso. Non basta uno starnuto, come credono alcune maestre, ma ci deve essere muco e congestione nasale. Anche la gastroenterite è un sintomo, ma pure in questo caso non deve esaurirsi in un solo episodio di vomito o diarrea». Anche chi ha il naso che cola, dunque, potrebbe avere il coronavirus: «Purtroppo sì, e lo dico perché sono molto numerosi i bambini, soprattutto piccoli, che hanno questo problema. Il tampone è previsto anche per loro».