La notizia lanciata dal Washington Post parla di mille casi di abusi sessuali segnalati al Vaticano da parte del clero in un solo anno, anche da parte di Paesi inimmaginabili. Una cifra record, come ribadito anche da John Joseph Kennedy, capo Ufficio della Sezione Disciplinare nella Congregazione per la dottrina della fede, che ha spiegato come il gran numero di denunce abbia letteralmente “sopraffatto” il personale. Kennedy lo ha definito letteralmente “uno tsunami di casi”. Il numero degli episodi segnalati nel 2019 che sta per concludersi è aumentato addirittura del quadruplo rispetto allo scorso decennio. “So che la clonazione è contro l’insegnamento cattolico, ma se potessi davvero clonare i miei funzionari e farli lavorare tre turni al giorno o lavorare sette giorni alla settimana, potrebbero fare il necessario passo avanti”, ha commentato monsignor Kennedy ad Ap, riferendosi alla grande mole di lavoro dettato dal vasto numero di casi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RECORD DI DENUNCE IN UN ANNO
La decisione di papa Francesco di abolire il segreto pontificio sui casi di abusi sessuali nei confronti di minori, giunge quanto mai opportuna. E probabilmente è stata causata proprio dalla terrificante cifra resa nota oggi da John Joseph Kennedy, capo Ufficio della Sezione Disciplinare nella Congregazione per la dottrina della fede. Nel corso del 2019 i casi di denunce per abusi sessuali da parte del clero sono diventati il quadruplo di quanti erano dieci anni fa, cioè mille casi segnalati da tutto il mondo e anche da paesi, aggiunge Kennedy, che in passato non avevano mai sporto denunce come l’Argentina, il Cile, il Messico, la stessa Italia, la Polonia e gli Stati Uniti. Tale numero può essere spiegato almeno in un paio di modi. A voler essere maliziosi si potrebbe dire che i tanti processi terminati con la condanna dei rappresentanti della Chiesa anche in casi dubbiosi, vedi quello del cardinale australiano Pell, possano aver incoraggiato molte persone a pensare di ottenere facili risarcimenti anche se in realtà si tratterebbe di casi montati.
MILLE CASI DI DENUNCE PER ABUSI NEL 2019
L’altra giustificazione, più realista, è che fino a dieci anni fa quasi nessuna vittima di abusi aveva il coraggio di denunciare quanto accaduto anche perché, a parte gli Stati Uniti, i paesi che hanno sporto denuncia per la prima volta sono tutti profondamente cattolici. In tali paesi era impensabile sospettare o denunciare un sacerdote. “Per evadere tutti i documenti relativi al 2019, il quadruplo di quanti se ne gestivano un decennio fa, il personale – ha spiegato Kennedy – dovrebbe lavorare sette giorni alla settimana”. “Stiamo effettivamente assistendo a uno tsunami di casi, al momento, in particolare da Paesi di cui non abbiamo mai sentito parlare prima”, aggiungendo che “suppongo che se non fossi un prete e se avessi un bambino maltrattato, probabilmente smetterei di andare a messa”. Ma la Chiesa, ha spiegato, ha di molto cambiato il suo comportamento combattendo gli abusi come mai prima. C’è bisogno di esaminare i casi, ha concluso: “Li esamineremo dal punto di vista forense e garantiremo il giusto risultato. Non si tratta di riconquistare la gente, perché la fede è qualcosa di molto personale. Ma almeno diamo alla gente la possibilità di dire: ‘Forse diamo alla chiesa una seconda possibilità di ascoltare il messaggio”.