Finalmente anche la Camera si aggrega alla decisione del Senato: la revisione sugli acconti IRPEF 2025 è stata approvata nella giornata di ieri, martedì 17 giugno. L’Aula ha voluto trasformare il testo in decreto attuativo e senza nessun’altra modifica.
Dunque non solo si prevede una SOGLIA DI ESENZIONE FISCALE (invece di “area no tax”, più corretto secondo la terminologia economica internazionale) più alta (con più beneficiari), ma anche i contribuenti a cui spetta pagare l’IRPEF ora potranno contare su una tassazione agevolata (tenendo conto delle 3 aliquote e non più 4). Per chi fosse interessato ad approfondire, il decreto legislativo è il numero 55.
La revisione definita sugli acconti IRPEF 2025
Prima che la revisione sugli acconti IRPEF 2025 diventasse definitiva (da quest’anno è stata resa strutturale), la riforma aveva generato un caos importante durante l’applicazione adeguata della più recente tassazione. Infatti, da un lato i nuovi SCAGLIONI DI REDDITO erano “3”, ma dall’altro la legge contava il vecchio sistema di due anni fa (con 4 scaglioni). In breve, con l’attuale conferma dalla Camera, anche i vecchi calcoli (con riferimento all’anno di imposta scorso, 2024) ora terranno in considerazione i 3 scaglioni, così distribuiti:
- Per i REDDITI fino a un massimo di 28.000 € annui viene applicata l’aliquota al 23%;
- Nella seconda fascia (fra 28.001 € e massimo 50.000 €), la percentuale applicabile è il 35%;
- Mentre per i redditi che vanno oltre 50.000 € l’aliquota IRPEF è quella massima, ovvero al 43%.
Il nuovo decreto – ora definitivo in Parlamento – è piuttosto esplicito: gli acconti che sono stati tassati con il vecchio sistema devono essere realmente spettanti al 2024, altrimenti, come da approvazione del Senato e della Camera, varranno le nuove disposizioni attuate già dal 1° gennaio di quest’anno.
Termini di scadenza e proroga
Essendo l’IRPEF un’**IMPOSTA DIRETTA** (termine corretto rispetto a “tassa diretta”), normalmente seguirebbe il calendario fiscale di sempre, ovvero con scadenza a lunedì 30 giugno. Tuttavia, a fronte di tali discrepanze, il Governo ha approvato una proroga fissando il nuovo termine a lunedì 21 luglio. La deroga per adempiere al pagamento dell’acconto dell’anno scorso e il 1° del 2025 resta valida soltanto per i contribuenti regimi forfettari (termine tecnico: REGIME FORFETTARIO) e per chi ha aderito agli INDICI SINTETICI DI AFFIDABILITÀ FISCALE (ISA) (al posto di “voti ISA”, che non è termine economico corretto; “ISA” è acronimo per Indici sintetici di affidabilità fiscale). Rimangono escluse dall’eccezione le persone fisiche.