La mattina del 4 aprile dell’anno scorso, la scena che si è presentata agli investigatori era da brividi. Adolf Neumeier, 94 anni, maestro del conservatorio di Santa Cecilia di origine tedesca, veniva trovato morto nel suo appartamento in via del Governo Vecchio, nel cuore di Roma.
Adolf Neumeier: un mistero nel cuore di Roma
Il corpo, riverso in una pozza di sangue, con costole rotte e una ferita profonda alla testa. Vicino a lui, una pistola dentro una valigetta. La casa, di circa 120 metri quadri, era immersa nel silenzio, segno che il musicista viveva da solo da tempo. La segnalazione era arrivata dai vicini, preoccupati per un rumore sospetto sentito nella notte.
Quando i carabinieri sono arrivati, hanno trovato la scena che più temevano: il corpo disteso a terra, la testa nascosta da un comodino, sangue ovunque. La finestra spalancata e, secondo gli investigatori, tutto sembrava suggerire che la morte fosse stata il risultato di una colluttazione. La ferita alla testa, profonda e obliqua, sembrava indicare che qualcuno avesse premuto la testa dell’uomo contro lo spigolo del comodino fino a causarne la morte. Una violenza inaudita. Ma questo era solo l’inizio di una storia che si sarebbe presto rivelata molto più complicata.
Adolf Neumeier: un passato oscuro e gli sviluppi inattesi
La vita di Adolf Neumeier era già di per sé piena di misteri. Era arrivato a Roma con sua madre poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, lasciandosi dietro una Germania che avrebbe presto dimenticato. Si sa poco del padre: morto in guerra? O c’era qualcos’altro dietro? E perché la madre aveva deciso di tagliare ogni legame con la sua famiglia d’origine?
Le risposte sono rimaste sconosciute per anni. Adolf Neumeier si era stabilito a Roma, dove, con il suo talento per la musica, si era costruito una carriera di successo al conservatorio. Aveva fatto parte dell’orchestra e, con il tempo, era diventato maestro di percussioni e timpani. Aveva anche una vita privata discreta, senza mai farne un mistero, ma mai nemmeno esponendosi troppo. Era noto che amava gli uomini, ma senza fare di questo un argomento di discussione. Una delle sue relazioni più importanti, quella con un uomo più giovane di lui di trenta anni, è durata fino alla fine della sua vita.
Eppure, a distanza di mesi dalla sua morte, è emerso un dettaglio sconvolgente: un cugino lontano, mai menzionato da Neumeier prima, è saltato fuori, dichiarandosi erede legittimo. Questo cugino, che non aveva mai avuto contatti con Adolf, ha messo in dubbio la verità sulla morte del musicista. Perché, se fin dall’inizio gli investigatori avevano pensato a un’aggressione, un medico legale ha parlato di un incidente domestico. E così, il pm Giovanni Bertolini aveva chiesto l’archiviazione, accolta dal gip.
Ma il cugino non si è fermato e, supportato dagli avvocati Antonio Ingroia e Giambattista Quaranta, ha sollevato dei dubbi importanti. Le costole rotte, le ecchimosi, il vomito trovato intorno al viso di Neumeier, la ferita alla testa e soprattutto la posizione del corpo sembravano suggerire una violenza ben maggiore di un semplice incidente. Il cugino ha ipotizzato che qualcuno potesse aver inscenato una rapina, magari proprio per nascondere un omicidio. La finestra aperta, la valigetta con la pistola e la casa senza segni di effrazione sembravano dare ragione a questa teoria. Così, pochi giorni fa, è stata chiesta la riapertura del caso.
Nel frattempo, proprio quando l’inchiesta sembrava chiusa, un altro capitolo della storia è emerso: per mesi dopo la morte di Adolf Neumeier, nessuno aveva reclamato l’eredità. Per questo motivo, era stato nominato un curatore testamentario, l’avvocato Alessandro Di Paola. Ma appena il gip aveva archiviato il caso, l’ex compagno di Adolf Neumeier, con un testamento alla mano, si è presentato per rivendicare la casa e i risparmi del musicista. Una mossa che ha sollevato la furia del cugino, che continua a cercare la verità sulla morte di Adolf e non sembra intenzionato a fermarsi finché non avrà risposte.