Quella del sistema delle adozioni è una vera e propria crisi spesso – ma fortunatamente non sempre – ignorata e che causa una quantità incalcolabile di dolore ai tantissimi minori costretti a vivere i primi 18 anni della loro vita all’interno di case famiglia senza mai poter conoscere il reale amore genitoriale, il tutto unitamente ad esorbitanti costi per lo Stato che potrebbero essere impiegati per risolvere i problemi che da anni rendono complesso il sistema: a parlare dell’emergenza delle adozioni è stato il quotidiano Il Giornale che ha avuto modo di parlarne con alcune associazioni che da sempre si occupano di questi temi e ha messo in fila tutti i (numerosi) problemi che persistono nel sistema adottivo.
Partendo dai numeri – che meglio di qualsiasi altra parola possono far capire l’emergenza – attualmente nel sistema delle adozioni si contano in totale 35mila minori che vivono in case famiglia: di questi, però, solamente mille risultano essere ‘adottabili’ e gli altri 34mila – per ragioni che non sono del tutto chiare – costretti a vivere con gli educatori fino alla maggiore età; il tutto reso più complesso dal fatto che in media per completare un’adozione ci vogliono (nella remota ipotesi in cui tutto vada per il meglio) almeno 4 anni, talvolta – specie per le adozioni all’estero – con costi esorbitanti che partono da un minimo di 20mila euro solamente per avviare le pratiche.
Quali sono i problemi del sistema delle adozioni: costi, requisiti per i genitori e tempi d’attesa eterni
Questo (vale la pena dirlo: fallimentare) sistema di adozioni per lo stato è tutt’altro che gratuito perché quei 34mila minori abbandonati nelle case famiglia costano in media 3mila euro al mese superando tranquillamente – ed abbondantemente – il miliardo all’anno; fermo restando che a chi obbietta che il problema sono le richieste da parte delle famiglie, si può tranquillamente rispondere con il fatto che le domande in attesa di verifica – pur sempre in calo rispetto agli ultimi anni – risultano attualmente essere almeno 8mila.
A rendere complesso tutto l’articolatissimo iter delle adozioni ci sono diversi aspetti sui quali si potrebbe intervenire e che partono dai requisiti: per adottare – infatti – una coppia deve essere sposata da almeno 3 anni e l’età dei due aspiranti genitori deve essere compresa tra i 25 e i 41 (nel caso si adottino neonati) o 58 (per adottare un 17enne) anni; con le richieste bloccate per i single ai quali solo recentemente è stata concessa l’adozione internazionale dall’estero, ma non quella nazionale.
Similmente, manca un reale database condiviso tra i 29 tribunali dei minori che condivida le informazioni su bambini e ragazzini all’interno del circolo adottivo e non ci sono neppure reali supporti alle famiglie dopo le adozioni che potrebbero ridurre a 0 quel 3% di rinunce alla patria potestà da parte dei genitori; senza dimenticare che servirebbe anche una vera e propria svolta dal punto di vista della narrazione – quasi sempre negativa – del sistema delle adozioni.