Aemilia 220 - La Mafia sulle rive del Po è una docufiction che racconta la storia del più grande scandalo di 'ndrangheta in Emilia Romagna
Aemilia 220 – La Mafia sulle rive del Po, docufiction diretta da Claudio Canepari e Giuseppe Ghinami
Venerdì 23 maggio 2025, andrà in onda, in prima serata su Rai 2 alle ore 21:20, la docufiction Aemilia 220 – La Mafia sulle rive del Po. Prodotta da Rai Fiction – Fidelio con la collaborazione della Emilia-Romagna Film Commission, è diretta da Claudio Canepari e Giuseppe Ghinami. Canepari non è nuovo alle biografie importanti, ha infatto partecipato alla realizzazione di documentari come Scacco al re – La cattura di Bernardo Provenzano (2007) e Andrea Camilleri – Il maestro senza regole (2014) e aveva già lavorato con Ghinami ne I mille giorni di Mafia Capitale (2017).
Questo progetto è basato sugli eventi accaduti tra il 2000 e il 2010 che portarono al più grande processo per ‘ndrangheta del Nord Italia, in Emilia-Romagna, dove il numero 220 del titolo è quello del totale degli arresti. I registi hanno deciso di mescolare testimonianze e fiction, trasformando il documentario in un thriller con attori che interpretano i protagonisti reali della storia.
Nel ruolo dei boss Villirillo, Gualtieri e Grande Aracri troviamo rispettivamente Fabio Melchionna, Savino Paparella e Cosimo Ribezzi. Jessica Giuliani è invece Roberta Tattini, la bancaria braccio finanziario delle cosche. Tutto il film è guidato dalle voci narranti di Paolo Bonacini e Giovanni Tizian.
La storia di Aemilia – La Mafia sulle rive del Po: il più grande processo di mafia del Nord
Le vicende di Aemilia 220 – La Mafia sulle rive del Po iniziano dalla famosa cittadina di Brescello, proprio il mitico paesino di Don Camillo, quando quattro killer, travestiti da carabinieri, freddano un pregiudicato ai domiciliari. Seguono incendi e attentati che investono tutta la regione e una clamorosa bomba all’Agenzia delle Entrate di Sassuolo. Cosa sta accadendo? L’Emilia-Romagna non aveva mai conosciuto una tale ondata di violenza criminale ed è così che iniziano le indagini nel 2010, che nel 2015 portano all’apertura di un maxi-processo per il quale viene costruita un’aula bunker apposita.
Attraverso intercettazioni, testimonianze e rappresentazioni sceniche, il racconto del film tratteggia il profilo di una mafia 2.0: non più lupare e coppole, ma giacca, cravatta e affari. Saranno coinvolte grandi aziende, imprenditori, politici locali e le più alte istituzioni, a dimostrazione di come la componente mafiosa sia radicata in modo sistemico nel tessuto sociale. Un processo che il procuratore antimafia definirà “storico e senza precedenti”.