Ci sono anche le immagini che stanno circolando in rete: 8 fratellini, orfani di entrambi i genitori, sono morti in Afghanistan per una causa tanto semplice quanto letale, la fame. Lo ha comunicato Save The Children nel suo ultimo rapporto di analisi sui dati ONU a Kabul e dintorni: 4 maschi e 4 femmine non ce l’hanno fatta e come loro rischiano centinaia di migliaia di altri indigenti in tutto il Paese oggi retto dal regime dei Talebani.
Al di là però di chi governa – anzi, meglio, reprime – in Afghanistan, è il problema della fame e della povertà a peggiorare ogni giorno che Dio manda in Terra: «domenica a Kabul», denuncia la ong, «otto fratelli, 4 maschi e 4 femmine che avevano perso entrambi i genitori, sono morti di fame. Avevano tra i 18 mesi e gli 8 anni». La foto è stata poi pubblicata dal deputato afghano Haji Mohammad Mohaqeq, mostrando due degli otto corpicini senza vita sotto un telone. «I bambini del distretto Dasht Barchi di Kabul», ha spiegato il deputato sul suo account Facebook, «erano rimasti abbandonati a se stessi dopo la scomparsa per tumore del padre mentre la madre, malata di cuore, è da tempo ricoverata in ospedale. Una morte imbarazzante e vergognosa che» – conclude il deputato – «avrebbe dovuto scuotere il mondo»
UN’ALTRA STORIA TERRIBILE IN ARRIVO DALL’AFGHANISTAN
Il report di Save The Children è alquanto cupo sul futuro prossimo dell’Afghanistan: «più di 5 milioni di bambini sono a un passo dalla carestia e milioni di giovani vite sono a rischio dal momento che il Paese sta affrontando la peggiore crisi alimentare di sempre. L’inverno è alle porte e 22,8 milioni di persone, tra cui 14 milioni di bambini, saranno vittime di livelli emergenziali di insicurezza alimentare». Non pare esserci dunque fine al dolore e alle pene che i piccoli afghani sono costretti a subire ormai da anni, dopo decenni di guerre e sofferenze: prima il conflitto, ora la repressione e la gravissima crisi alimentare. Un altro esempio di questo strazio arriva sempre dall’Afghanistan, ma da Herat questa volta: una neonata, per salvare la famiglia dalla carestia, è stata venduta dai genitori per 500 dollari. La denuncia è stata fatta dalla BBC dopo che la sua inviata aveva fatto visita ai genitori in un ospedale di Msf in città: «I miei altri figli stavano morendo di fame, così ho dovute vendere mia figlia», dice piangendo la madre con volto coperto, «Come posso non essere triste? E’ mia figlia». Il marito ancora più schietto: «Stiamo morendo di fame: a casa ora non abbiamo né farina, né olio. Stiamo morendo di fame». Secondo il responsabile di Save The Children, Chris Nyamandi, la situazione è ai limiti della tragedia: «ogni giorno vediamo bambini piccoli nelle nostre cliniche con gravi livelli di malnutrizione perché non mangiano altro se non briciole di pane. Ma quando arriverà l’inverno vedremo bambini più affamati che mai». L’ONU è alla ricerca di risorse immediate per affiancare l’opera delle ong presenti in Afghanistan, mentre i talebani hanno annunciato un piano di distribuzione per 66mila tonnellate di grano verso le famiglie più svantaggiate: «La distribuzione partirà dalla capitale, per estendersi gradualmente alle restanti 33 province e solo a Kabul creerà posti di lavoro temporanei per 40.000 persone», assicura il ministro dell’Agricoltura, Abdul Rahman Rashed. Pensare però come possano stare assieme gli aiuti alla popolazione mentre viene costantemente repressa in ogni libertà, e mentre di fondo si è scatenata una guerra civile tra l’Isis-K e gli islamisti talebani, non fa promettere nulla di buono per una popolazione in piena carestia.