Numerosi i virologi che nelle ultime ore stanno spingendo affinchè il covid venga trattato come un’influenza, così come tra l’altro annunciato 48 ore fa dal primo ministro spagnolo Sanchez. Secondo Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts, il Comitato Tecnico Scientifico, è ancora presto affinchè si possa trattare il covid come un virus endemico, quindi come un’influenza stagionale. Ha esternato tutti i suoi dubbi intervistato stamane dai microfoni del programma di Rai Tre, Agorà, condotto da Luisella Costamagna. “Solo ieri abbiamo avuto quasi 300 morti – ha precisato – tutti giustamente ricordiamo come una grande tragedia il terremoto dell’Aquila che fece 309 vittime: è evidente che non si tratta di una qualsiasi influenza”.
I morti da covid sono quindi ancora molto alti affinchè si possa considerare il virus come un qualcosa di endemico e quindi da “lasciar correre”. Inoltre, stando a quanto specificato da Agostino Miozzo, il picco deve ancora arrivare: “Gli epidemiologi prevedono una ulteriore, importante ascesa dei contagi per fortuna abbiamo una copertura vaccinale importante e il vaccino si sta confermando uno strumento straordinario, l’unico in grado di fare davvero la differenza rispetto ad un anno fa. Dobbiamo insistere sulle vaccinazioni, soprattutto su quella dei giovani e dei bambini”.
MIOZZO SUL COVID E LA SCUOLA: “HA IMPATTATO SU UN SISTEMA GIA’ PRECARIO”
E a proposito dei bambini, Miozzo si è soffermato sulla scuola, che da lunedì scorso ha riaperto in tutta Italia (Sicilia esclusa), nonostante forte opposizione di alcuni governatori: “Il Covid ha impattato su un sistema scolastico già molto precario – ha detto Miozzo in diretta televisiva sul terzo canale – l’anno scorso i prefetti avevano stilato un rapporto molto dettagliato sulle principali criticità”.
“Se avessimo seguito le loro indicazioni – ha continuato – ora staremmo molto meglio. Nella scuola è necessario ricostruire il sistema del medico scolastico. Insomma si poteva fare di più”. Agostino Miozzo è sempre stato un forte sostenitore della scuola in presenza, e spesso e volentieri, durante il suo periodo al Cts, aveva lottato affinchè le lezioni potessero appunto tornare fra i banchi.