Dopo mesi di scontri e richieste (in parte soddisfatte, in parte no) e con un percorso che è stato tutt’altro che semplice, alla fine la Commissione Europa sembra aver mosso alcuni importantissimi passi dal punto di vista dell’agricoltura con la nuova PAC – ovvero la Politica agricola comune – in lavorazione da mesi che sembra essere vicina ad una svolta.
Il quotidiano ItaliaOggi – infatti – è entrato in possesso di una bozza del documento di visione per l’agricoltura che solamente domani sarà presentato ufficialmente e che determinerà le linee guide agricole che tutti i 27 stati membri dovranno rispettare dal 2028 al 2034; fermo restando però che innanzitutto si dovranno trovare i fondi con le discussioni da questo punto di vista che non inizieranno prima di giugno.
Facendo innanzitutto un passetto indietro, a chiedere una profonda revisione delle leggi europee sull’agricoltura sono state – per parecchio tempo – tutte le principali associazioni di settore in rappresentanza dei tanti agricoltori europei, spaventate dallo spettro del Green Deal che avrebbe profondamente danneggiato il settore europeo in nome dell’ambientalismo con il concreto rischio che – da un lato – le aziende ne avrebbero pagate un costo altissimo e – dall’altro lato – che si instaurasse una concorrenza sleale a favore di mercati secondari più economici per il consumatore finale.
Cosa continue la bozza sull’agricoltura che domani la Commissione UE presenterà ufficialmente
Complessivamente – e domani ne sapremo di più, quando il documento sarà effettivamente reso pubblico -, la Commissione UE per l’agricoltura ha intenzione di muoversi soprattutto per garantire redditività, competitività e sostenibilità del settore; il tutto lavorando anche alla valorizzazione delle aree rurali, alla riduzione dell’enorme mole di burocrazia alla quale le aziende devono far fronte e alla diffusione delle nuove tecnologie anche in campo agricolo: un piano – insomma – mastodontico e che richiederà importanti sforzi finanziari per l’Unione; ma che finalmente supera la visione dell’agricoltura come settore fortemente inquinante da governare con stringenti norme economiche.
Importantissima nel documento dell’Unione sembra essere la spinta all’attrattività dell’agricoltura che si traduce con un’attenzione rivolta – innanzitutto – sugli agricoltori e sulle imprese e – secondariamente – sui giovani che diventeranno futuri imprenditori agricoli: oltre ai possibili (ma complessi da finanziare) incentivi al lavoro nei campi, si metteranno in campo una serie di pratiche per limitare la concorrenza sleale e diversificare le entrate (non più solo economiche, ma anche bioeconomiche, carbon credit e nature credit) degli agricoltori e preservare il loro potere di mercato.
Similmente, un ampio capitolo del documento sull’agricoltura è dedicata proprio alla competitività del settore che passerà attraverso una maggiore cooperazione con i paesi importatori affinché adottino norme simili a quelle europee, ma anche attraverso maggiori sostegni ed aiuti per le calamità naturali sempre più frequenti e in grado di vanificare anni di lavoro nell’arco di poche ore di alluvione o siccità; mentre – e non è un aspetto secondario – compare anche per la prima volta un’apertura europea all’adozione su larga scala delle nuove tecniche genomiche (le NGT) spesso erroneamente accostate agli OGM.