Gli aiuti per l'agricoltura 2025 potrebbero essere tagliati. Arriva però la contro proposta da parte del parlamento.
L’intero parlamento europeo chiede che gli aiuti destinati alla agricoltura nel 2025 e per i prossimi anni, possano tornare agli standard promessi inizialmente. Infatti al momento i tagli accennati sono deludenti, tanto da creare un grande sconforto.
Il disagio più grande si è manifestato dopo che la Commissione dell’UE ha pubblicato le risorse previste per la fatidica “Politica Agricola Comune per gli anni 2028 – 2034“.
Aiuti agricoltura 2025 sempre più “pochi”
Gli aiuti destinati al settore dell’agricoltura e garantiti già dal 2025, prevedono un calo significativo del poco più del 20%. Ma a peggiorare la situazione la destinazione dei fondi, non più “esclusivamente dedicati al settore” ma bensì fusi con altre sezioni (politiche, di coesione, di frontiere e così via).
Le risorse faranno parte del cosiddetto “Piano di Partenariato Nazionale e Regionale“, così da far risultare alle PAC un ammontare stanziato di ben 295 miliardi di euro.
Ciascun Stato appartenente all’Unione Europea dovrà accordarsi con gli stessi obiettivi, definendo però ciò che potrebbe differenziarsi in base al territorio: le zone rurali, la gestione frontaliera, la migrazione e i sostegni alla pesca.

Aiuti in forme percentuali
Le percentuali destinate come aiuti all’agricoltura dipendono da molteplici fattori, la zona target, se è un giovane imprenditore agricolo o meno, dalle imprese a carattere familiare e dagli incentivi diversificati per le donne.
Un’altra differenza è attuata in base al reddito. Tra 20.000€ e massimo 50.000€ la percentuale minima prevista è il 25%, poi sale al 50% per i ricavi tra 50.000€ e 75.000€, ed infine il 75% è destinato per somme superiori a 75.000€.
A sollevare delle proteste anche l’abrogazione degli Esoschemi. Ora gli aiuti complessivamente sono 200.000€ e potranno essere utilizzati soltanto per la transizione ecologica.
La controproposta come salvagente
Carmen Crespo Díaz, relatrice del parlamento dell’Unione Europea, ha ritenuto ingiusto il tentativo di uniformare i PAC con le altre misure che “non c’entrano” niente con il settore agricolo, così come non è accettabile approvare dei tagli ai fondi.
Tra gli obiettivi più desiderati non possiamo omettere l’intenzione di digitalizzare il settore con metodi più innovativi e ridurre il pressing fiscale, oltre che favorire un cambio generazionale a causa di agricoltori “troppo anziani”.
