Chiariamoci subito: chi scrive tre anni fa votò per il centrodestra con la precisa volontà e speranza che finalmente in Italia cambiasse qualcosa, ma devo prendere atto che c’è un evidente boicottaggio di una parte della magistratura, che sta facendo di tutto per bloccare l’operatività politica del governo.
Il punto fondamentale è capire dove siano i confini tra i tre poteri dello Stato rispetto al dettato costituzionale, visto che appare innegabile come quello giudiziario abbia preso molto più peso degli altri, di fatto diventando un baluardo politico, e nel caso, molte volte megafono dell’attuale opposizione.
Tutto è opinabile, ma come può per esempio la Corte di Cassazione (che non è la Consulta) criticare il “decreto sicurezza” – che nel frattempo è diventato legge – sostenendo che mancano i presupposti della “necessità ed urgenza” facendo finta di dimenticare che – piaccia o no – da decenni la gran parte del lavoro parlamentare è meramente di convertire decreti?
È un’ipocrisia che solleva il problema solo su alcuni temi e non su altri, guarda caso su quelli che più sono stati platealmente ostacolati da una certa parte politica.
Si potrebbe sostenere: “meno male che intervengono i magistrati perché la Meloni sta trasformando l’Italia in un Paese antidemocratico”. Ma, usando un minimo di obiettività, non è così e certo non nel caso del “decreto sicurezza”.
È forse “autoritario” nel punto in cui limita il blocco stradale? Ma è giusto – per contrario – che poche persone possano a volte bloccare l’intero Paese come è successo l’altra settimana a Bologna?
Ma questo è comunque un aspetto minimo della legge, mentre i signori cassazionisti vivono su Marte, o forse – andando in giro in auto blu – non vivono la realtà di una metropolitana cittadina, della fermata di un autobus o di una periferia urbana.
Altro che urgenza, e lo capirebbero concretamente meglio anche i signori giudici se gli capitasse di essere borseggiati o se un abusivo occupasse loro la casa. Il “disagio sociale” non va sottolineato tanto per chi occupa, ma semmai per chi viene occupato e si ritrova senza casa.
Il top dell’assurdità si raggiunge poi sull’immigrazione. Ieri il Consiglio dei ministri ha concretamente affrontato il problema aumentando la possibilità di flussi regolari (varando un provvedimento per 500mila casi, un record), che è il modo giusto per rendere l’immigrazione sicura e legale, cercando di contrastare chi guadagna invece sulla disperazione e l’immigrazione clandestina.
Eppure tutto viene fatto per bloccare – ad esempio – i centri in Albania che sono un concreto ed utile “cuscinetto” per vagliare i diritti (ma anche i doveri) di chi punta ad entrare illegalmente in Italia.
Si urla ai diritti calpestati degli immigrati che dall’Albania non potrebbero essere a tu per tu con i loro difensori, ma si dimentica che nessuno tocca il diritto di asilo politico “vero”, mentre troppe questa volte è meramente una scusa.
Certamente i “motivi umanitari” sono spesso reali, gravi, concreti, ma non possono essere la giustificazione di un’immigrazione senza regole; altrimenti sono gli stessi giudici che “premiano” il traffico di carne umana che continua sulla pelle dei poveri.
Un conto sono le teorie. La realtà, invece, è che se la gente sa di venire respinta se intercettata, allora non parte, o è enormemente scoraggiata dal farlo. Sapendo invece che alla fine, prima o poi, pur saltando la fila, arriva nella UE e si sistema al posto di chi ne avrebbe i titoli, ebbene, dove sono il diritto, l’equità, la giustizia?
Queste sono le domande a chi sottolinea i “principi umanitari”, ma di fatto porta poi la gente a morire in fondo al mare.
I cittadini hanno votato su scelte preannunciate, e se non sono contenti hanno una soluzione molto semplice e radicale: votare un altro partito alle prossime elezioni. Perché, invece, i magistrati possono avere una sorta di diritto di veto e sono pure inamovibili, ingiudicabili, non rispondere mai dei propri atti nel concreto, nonostante i voti dei referendum e a volte evidenti mancanze od irresponsabilità?
Di fatto i giudici godono oggi di impunità. Ecco perché la Carta Costituzionale viene violata nel merito, oltre che nel silenzio del Colle, che forse qualche presa di posizione più critica verso di loro potrebbe esprimerla, visto che sia i decreti che le leggi sono pur firmati e promulgati anche dal Quirinale.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.