Alberto Antonello si è svegliato dal coma e il suo primo pensiero è stato per la fidanzata Giulia Zandarin. L’ha chiamata ripetutamente, ma nessuno gli ha detto la verità. La ragazza è morta nell’incidente stradale avvenuto nella notte di Halloween. I medici hanno allora deciso di sedarlo di nuovo per evitare altri turbamenti, poi è stato trasferito dall’ospedale Dell’Angelo di Mestre a quello di Castelfranco, ma la prognosi resta riservata. Intanto oggi c’è stato l’addio alla ragazza morta tragicamente. Tanta la commozione quando una delle amiche della 18enne ha letto una lettera. Ancor più commovente è stato il momento in cui i due papà, Franco Antonello e quello della ragazza, si sono abbracciati. I genitori dei due giovani si trovavano nei primi banchi della chiesa assieme ad altri congiunti. Il loro gesto ha chiuso il funerale con cui la ragazza è stata salutata per l’ultima volta nel duomo di Castelfranco. Il rito è stato celebrato da don Franco De Marchi, parroco di San Floriano, frazione d’origine della ragazza. In uno dei passaggi dell’omelia il sacerdote ha sottolineato che «l’amore è anche scusare, accettare, e accogliere l’altro per quello che è», auspicando, in seguito, un decorso clinico favorevole per Alberto.
ALBERTO ANTONELLO, PAPÀ FRANCO: “NON SIAMO DELINQUIENTI”
Alberto Antonello è il figlio dell’imprenditore Franco, noto per aver dedicato il suo tempo al figlio 26enne Andrea affetto da autismo. La sua storia e la loro traversata degli Stati Uniti hanno ispirato il romanzo di Fulvio Ervas e il film di Gabriele Salvatores, “Tutto il mio folle amore”. Fermato dalla polizia nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre, aveva una piccola dose di hashish in tasca e a bordo c’erano sei persone. La patente gli viene ritirata, ma anziché usare il permesso degli agenti per tornare a casa è andato alla discoteca King’s di Jesolo con la fidanzata. Al ritorno si sono schiantati contro un albero sula Treviso Mare a Musile di Piave. Giulia Zandarin è morta, Alberto Antonello è finito in coma. Ed è stato trovato positivo all’alcol. «La gente ora giudica, critica, condanna. Allora la faccio io una domanda: pensate forse che la morte non sia una punizione sufficiente anche per noi? Giulia faceva parte della nostra famiglia. Abitava con Alberto da qualche mese, erano lì a pochi metri da casa mia, belli e felici», dice Franco Antonello, come riportato da Vanity Fair. «Per mezzo grammo di erba si butta dal precipizio un ragazzo che ha commesso un errore. Fatale, certo, e il tempo non potrà mai cancellare questo dolore. Ma è pur sempre un errore. Fino a due giorni fa eravamo una famiglia piena di valori. Ora non possiamo essere diventati delinquenti».