Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà dal tribunale di Sorveglianza: accolta sua richiesta. Delitto di Garlasco, cosa cambia per lui adesso e gli scenari
ALBERTO STASI PUÒ USCIRE DAL CARCERE NON SOLO PER LAVORARE
Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto la richiesta di Alberto Stasi e gli ha concesso la semilibertà. Una novità importante per il 41enne, che poteva già uscire dal carcere durante il giorno per lavorare, ma ora potrà restarci anche per altre attività, come quelle di reinserimento sociale. Comunque, dovrà fare ritorno in carcere, a Bollate, la sera. All’istanza di Stasi si era opposta la procura generale di Milano, segnalando che non aveva chiesto l’autorizzazione per un’intervista a Le Iene durante un permesso premio, ma le relazioni sul comportamento del detenuto erano tutte positive.
Oggi è arrivata la decisione dei giudici, che permette ad Alberto Stasi di restare fuori dalla sua cella per lavorare e per attività istruttive e di reinserimento sociale, tornando la sera per dormire, ma gli orari precisi saranno precisati nelle prescrizioni. All’orizzonte c’è la misura alternativa alla detenzione, cioè l’affidamento in prova ai servizi sociali, ma Stasi potrà chiederla tra non molto.
DALLE MISURE ALTERNATIVE ALLA NUOVA INDAGINE SUL DELITTO DI GARLASCO
In carcere da 10 anni in quanto ritenuto colpevole dell’omicidio di Chiara Poggi, Alberto Stasi ne deve scontare altri 4 e pochi mesi, ma potrebbe tra non molto ambire appunto a un’altra misura alternativa, che gli consentirebbe di scontare la pena che gli resta effettuando lavori socialmente utili. Invece, con la liberazione anticipata, potrebbe terminare di scontare la sua pena nel 2028, al massimo l’anno successivo.
Ma c’è un altro fronte di interesse per Stasi, quello che riguarda la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco che vede indagato per concorso in omicidio Andrea Sempio. I passi della procura di Pavia sono fondamentali per capire se il caso può regalare colpi di scena che potrebbero chiamarlo in causa, visto che è Stasi al momento l’unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi.