I teatri italiani sono occupati dalla sinistra: questo il j’accuse di Alberto Veronesi. Il direttore d’orchestra prosegue la sua battaglia e punta il dito contro il sistema che ha sostituito la competenza con l’appartenenza politica: “Oggi ci sono teatri dove nessuno sa leggere la musica e questi ricevono milioni di euro dallo Stato pagati con i soldi dei cittadini”, le sue parole ai microfoni di Libero.
“Sono sempre più convinto di quanto sia utile una vera battaglia per aiutare tutti coloro che vogliono esprimere dissenso verso chi distrugge l’arte. Save Opera ha l’obiettivo di tutelare l’opera dalle follie degli organizzatori della lirica”, ha spiegato Veronesi: “Quali follie? Quelle di trovarsi a proprio agio in un sistema “drogato” dove non si considerano le vere qualità artistiche, le capacità, le competenze, bensì l’appartenenza politica. Chiaramente a sinistra”.
Alberto Veronesi: “Teatri occupati da sinistra”
Secondo quanto affermato da Veronesi, il 90 per cento della classe dirigente nei teatri è di area Partito Democratico, rimarcando che le scelte vengono fatte in base alle tessere di partito e non per la competenza professionale. “Questo ha però di fatto cancellato, stralciato la finalità delle fondazioni, ovvero la diffusione dell’arte musicale, l’educazione musicale della collettività e la formazione di quadri artistici. Non c’è più competenza, non c’è educazione musicale, non c’è formazione di qualità”. Il sistema musicale è diventato una cloaca, ha rincarato la dose Veronesi: “Non essendoci istituzioni che sovrintendono all’educazione musicale e alla formazione di quadri professionali nessuno studia più. I ragazzi non studiano più. Non ci sono più violoncellisti, contrabbassisti. I quadri artistici in Italia non esistono più. Anche nell’ambito del canto, per trovare artisti lirici devi andare all’estero: Corea, Cina, Russia, Ucraina…”. L’obiettivo di Veronesi è quello di “liberare” l’opera attraverso una proposta di legge che la sua associazione vuole depositare in Senato, mirata a stabilire un nuovo ordinamento degli enti lirici e delle attività musicali, istituendo “un fondo unico dello spettacolo finanziato dallo Stato e che aveva questa finalità: diffondere l’arte musicale, formare i quadri professionali, mettendo al centro la competenza dei protagonisti”.