La madre e gli zii di Alexandra Macesanu, ieri in studio a Chi l’ha visto, hanno ribadito la loro convinzione secondo la quale la giovane 15enne non sarebbe stata uccisa ma potrebbe essere stata portata in Italia e fatta prostituire. Gheorghe Dinca, conosciuto come l’orco di Caràcal, all’inizio degli anni 2000, insieme al figlio maggiore e ad alcuni collaboratori italiani estese a Bari e Vicenza le sue attività illegali, tra cui il traffico di giovani donne da avviare alla prostituzione. Il programma di Rai3 ha ripercorso l’intera vicenda inquietante, compresa la trascrizione della telefonata alla polizia rumena. Sono numerose ad oggi le ragazze scomparse misteriosamente in Romania, proprio come Alexandra (si parla di circa 400 casi) ed a rendere il mistero ancora più fitto sono state anche le maldestre indagini finora eseguite. Un testimone avrebbe riferito al giornalista del programma Rai di una conversazione tra alcuni soggetti in un bingo, preoccupati del fatto che si fosse diffusa la notizia della scomparsa di Alexandra e della giovane di cui non si hanno contatti dallo scorso aprile. “Ora non possono più uscire”, commentava uno, e l’altro replicava “Le faremo lavorare in casa”. Se ciò fosse vero sarebbe gravissimo ma ridarebbe una nuova speranza alle famiglie delle giovani. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ALEXANDRA MACESANU, GIALLO SULLA 15ENNE ROMENA
Il programma Chi l’ha visto riaccende i riflettori sul caso di Alexandra Macesanu, giovane 15enne romena, scomparsa nel nulla lo scorso 24 luglio. Questa è una storia complessa che apre ad un grande giallo in merito alla sorte della giovanissima protagonista. Secondo la versione ufficiale, infatti, Alexandra sarebbe stata rapita e uccisa in modo brutale. Eppure la famiglia crede che possa essere ancora sotto sequestro e viva, probabilmente proprio in Italia. Per questo motivo oggi parte della famiglia – la madre Tudorita Macesanu e lo zio Alexandru Companasu, nonché candidato alle presidenziali nel suo paese – lanceranno un nuovo appello ai telespettatori italiani. Ma ripercorriamo l’intera controversa vicenda che ha preso il via nel cuore dell’estate in Romania. La giovane Alexandra, originaria del villaggio di Drobsloveni, lo scorso luglio stava facendo l’autostop dopo aver fatto tardi, quando a darle un passaggio fu un uomo di 65 anni, Gheorghe Dinca, di professione meccanico, di Caràcal. Pochi metri dopo, l’uomo ferma all’improvviso l’auto e con un gesto veloce quanto violento le benda gli occhi. Quindi riparte, ignorando le lacrime della ragazzina, che continua a dimenarsi fino all’arrivo nell’abitazione dell’aggressore. Qui Alexandra sarà violentata, poi legata con del filo di ferro e la lascia da sola.
ALEXANDRA MACESANU UCCISA E BRUCIATA?
Approfittando dell’assenza del suo aguzzino, il giorno seguente Alexandra Macesanu trova il coraggio di fare una telefonata con un vecchio telefono senza sim recuperato in casa di Dinca. Chiama la polizia e le ultime sue parole sono inquietanti: “Ho paura, venite presto! Eccolo, eccolo, sta tornando! Mandate qualcuno, vi prego”. Trascorreranno però diverse ore prima dell’arrivo della polizia ma a quel punto è ormai troppo tardi. Della 15enne in quell’abitazione non vi è più alcuna traccia ma solo alcuni resti di ossa bruciate e due denti – dai quali è stato estratto il Dna della ragazzina – oltre che alcuni monili di Alexandra. Dopo il ritrovamento choc, l’uomo viene arrestato e solo dopo un lungo interrogatorio confessa di averla uccisa. Una confessione alla quale, tuttavia, non crede affatto lo zio della vittima, Alexandru Cumpanasu. Ad incrementare i dubbi, una ulteriore confessione da parte del 65enne: l’uomo dichiara di aver commesso anche il delitto della 18enne Luiza Melencu, scomparsa lo scorso aprile in circostanze molto simili, i cui resti sarebbero stati rinvenuti in un boschetto (ma su questi non è stato possibile eseguire il test del Dna).
LO ZIO “È IN ITALIA”
Lo zio di Alexandra Macesanu, Alexandru Cumpanasu, respinge con forza la tesi dell’omicidio della nipote 15enne e da mesi ormai si batte per fare luce su quanto accaduto all’amata nipote. Il suo sospetto è che possa trovarsi in Italia e con lei anche la 18enne, entrambe rapite e presumibilmente avviate alla prostituzione. Un sentore choc ma che avrebbe delle solide basi su cui appoggiarsi. Come riferisce Il Fatto Quotidiano, grazie allo zio di Alexandra, candidato alla presidenza del Paese, è stata aperta un’inchiesta a livello nazionale, sarebbe stata aperta in Romania una inchiesta a livello nazionale di cui si occupa la DIICOT centrale di Bucarest (antimafia e antiterrorismo rumena). Sempre a Chi l’ha visto l’uomo avrebbe riferito di essere entrato a conoscenza di presunti contatti di Dinca con l’Italia e della possibilità che la nipote possa essere proprio qui, a Bari o a Vicenza, dove il meccanico 65enne avrebbe dei familiari.