UN ANNO DOPO LA MORTE DI ALEXEI NAVALNY
Migliaia di persone in Russia hanno sfidato la repressione per ricordare Alexei Navalny, il più noto oppositore di Vladimir Putin, un anno dopo la sua morte. La vicenda è al centro del documentario in onda oggi su La7, “Cronaca di un omicidio di Stato“. Si ripercorre la storia dell’oppositore del regime russo: dall’impegno per difendere la democrazia, portato avanti ora dalla moglie di Alexei Navalny, Yulia Navalnaya, alla repressione politica e al suo avvelenamento con il Novichok, arrivando a un’eredità che ora sembra essere andata in fumo, visto che gli oppositori appaiono divisi.
A nulla è valso l’appello all’unità lanciato nel 2021 dopo essere sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento. Peraltro, era atterrato da poco a Mosca, dopo essere stato curato a Berlino, ma poco dopo venne arrestato e non è mai più stato un uomo libero. Condannato per vari reati fittizi, Alexei Navalny è morto nel febbraio dell’anno scorso in una colonia penale poco sopra il Circolo polare artico, dove gli era impedito di comunicare con i suoi avvocati, a loro volta finiti nel mirino della giustizia russa per averlo assistito. Stroncato in carcere all’età di 47 anni da una “sindrome da morte improvvisa“, ha affidato la sua battaglia alla moglie Yulia Navalnaya.
ALEXEI NAVALNY, LA MISSIONE DELLA MOGLIE YULIA NAVALNAYA
A un anno dalla sua morte in carcere, Yulia Navalnaya ha esortato la popolazione a continuare a lottare per una Russia “libera e pacifica“. In un video pubblicato sul canale YouTube del marito Alexei Navalny, ha dichiarato di avere le idee chiare sulla battaglia da combattere. “Una Russia futura come quella sognata da Alexey, libera, pacifica, bella. È possibile. Facciamo tutto il possibile per realizzare i suoi sogni“. Infatti, la vedova sta continuando il lavoro svolto dal marito, che è stato una spina nel fianco di Vladimir Putin, denunciando la corruzione in Russia e organizzando alcune delle più grandi proteste antigovernative degli ultimi anni.
Dal canto suo, Navalnaya, la moglie di AlexeiNavalny, ha trascorso l’ultimo anno a parlare pubblicamente della situazione in Russia. “Vedo come il nome di Alexey ispiri le persone in tutto il mondo. Si rendono conto che il nostro Paese non è solo guerra, corruzione e repressione. La Russia è voi e me. Quelli che non sono in silenzio. Quelli che continuano a lottare“, ha aggiunto nel video. Infine, ha annunciato che è stato lanciato il Premio Alexey Navalny, che sarà consegnato ogni anno, in occasione del suo compleanno, ai giovani politici che lanciano le iniziative di grande impatto.