La rivolta per settimane nelle scuole inglesi ha portato alla notizia clamorosa di queste ultime ore: l’ipotesi di affidare ad un algoritmo il voto di maturità in tutto il Regno Unito viene ora annullato dallo stesso Governo Tory che lo aveva proposto. Dopo le fortissime contestazioni contro il Ministro dell’Educazione Gavin Williamson, il Premier Boris Johnson torna sui propri passi e annuncia tramite lo stesso titolare dell’Istruzione che i voti finali dell’ultimo anno delle superiori saranno basati solo sulle valutazioni degli insegnanti. Con le scuse avanzate da Williamson a studenti, genitori e scuole per il caos generato, è doveroso fare un breve rewind per capire cosa sia successo in quel dell’Oltremanica fin dal lockdown dei mesi scorsi: forse infatti non tutti sanno che in Inghilterra la scuola non solo non è mai ripartita ma non si sono tenuti neanche gli esami di fine anno. E così senza una maturità ci si è dovuti inventare un metodo per poter condurre comunque i voti finali per gli studenti delle superiori, anche perché in molti casi quel voto è fondamentale per l’accesso alle università e nel mondo del lavoro con i corsi di formazione professionale. È stato scelto un particolare algoritmo che, partendo dalle segnalazioni degli insegnanti, integra con le proiezioni degli anni precedenti e formula un risultato in teoria coerente: ecco, il caos è stato generato laddove circa il 40% dei voti assegnati negli A Levels – ovvero gli esami che in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord si sostengono a 18 anni – è risultato inferiore alle proiezioni degli insegnanti. Come sottolineava il Corriere della Sera lo scorso 17 agosto, dopo le forti proteste davanti a Downing Street, «la rabbia di una fetta della popolazione che ora chiede le dimissioni del ministro per la scuola nonché un immediato dietrofront è comprensibile».
RIVOLTA STUDENTI VS ALGORITMO: METODO ANNULLATO
L’algoritmo scelto e adottato da Ofqual, l’agenzia del Governo che gestisce i voti a livello nazionale, ha preso in considerazione diversi fattori, come l’andamento dei vari istituti nonché la graduatoria dei singoli studenti all’interno della loro scuola. Il risultato è che però diversi studenti, specie quelli delle scuole statali con medie più basse per via delle aree di degrado maggiore, sono stati penalizzati con famiglie e scuole scese in piazza per chiedere un ufficiale dietrofront al Ministero. All’intero dei Tory, Lord Baker – che già diversi anni fa contribuì a riformare il sistema scolastico rendendolo più moderno ed elastico – subito si è chiesta una revisione totale dopo che il 13 agosto i risultati della maturità britannica hanno scatenato un’autentica rivolta (pacifica) popolare. E così torniamo al giorno d’oggi: dopo che Nord Irlanda e Scozia avevano già deciso di sospendere la votazione dell’algoritmo, anche il Governo inglese ha optato per le scuse ufficiali e per l’adozione dei voti finali basati sulle valutazioni degli insegnanti. Gli studenti di istituti privati o più prestigiosi sarebbero stati in qualche modo stati favoriti, mentre i ragazzi che abitano in aree disagiate hanno pagato il “peso” di vivere in zone dove l’attitudine allo studio è in genere inferiore.