Alitalia dice addio allo scalo milanese di Malpensa. La compagnia aerea di bandiera del Belpaese, infatti, non volerà più dal primo ottobre sul noto aeroporto lombardo. Come riferisce l’edizione online di Repubblica, gli ultimi due voli programmati da Alitalia su Malpensa, leggasi quelli per Roma Fiumicino, saranno a breve cancellati e quanto pare non saranno per il momento riprogrammati nemmeno sull’altro scalo di Milano, quello di Linate. Il volo Az01023, che il prossimo 30 settembre decollerà da Malpensa alla volta di Fiumicino, potrebbe quindi essere l’ultimo di un sodalizio durato ben 70 anni. Secondo quanto apprende Repubblica da ambienti aeroportuali, i motivi di tale gesto sarebbero da ricercare nella mancata ripresa del traffico intercontinentale dopo l’epdiemia di coronavirus che di fatto ha paralizzato i voli per alemno un paio di mesi, tenendo conto che il collegamento fra Linate e Malpensa era utilizzato per la maggior parte come una sorta di “navetta” per i passeggeri che provenivano in particolare dalle grande metropoli mondiali, leggasi New York e Tokyo.
ALITALIA LASCIA MALPENSA: “LO ACCOLGO CON RAMMARICO”
In realtà non è la primissima volta che Alitalia sospende i voli su Malpensa visto che già nel 2017 era capitato qualcosa di simile: i voli erano stati infatti interrotti il 1 gennaio del 2017, poi il collegamento con Linate venne ripreso ad aprile dell’anno successivo con quattro voli al giorni, poi dimezzati a causa del covid. Claudia Maria Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture, ha commentato così la decisione di Alitalia: “Accolgo con rammarico – notizie riportate da Repubblica in data 11 settembre – la notizia che da ottobre Alitalia cancellerà i voli tra Malpensa e Roma Fiumicino- La cosiddetta compagnia di bandiera sceglie dunque di annullare i collegamenti tra la capitale e il principale aeroporto della Lombardia e del Nord Italia. Una scelta pessima che mal si concilia con gli ingenti aiuti di Stato, pagati anche dalle tasse dei lombardi, incassati negli anni dalla compagnia. Auspico un ripensamento: questo disimpegno è emblematico e inaccettabile”.