Le allucinazioni generano sensazioni corporee: questo è il risultato di uno studio svoltosi durante un periodo di sette mesi nel 2018 presso il Leicestershire and Rutland’s Psychosis Intervention and Early Recovery service, nel Regno Unito. Ne dà notizia l’autorevole rivista scientifica “The Lancet”. Gli studiosi hanno effettuato una premessa: solitamente, la ricerca si concentra tipicamente sulle allucinazioni unimodali, specialmente sulle allucinazioni verbali uditive. Questo lavoro ha tuttavia indicato che la voce-ascolto “può co-occorrere all’interno di un più ampio novero di sensazioni e le allucinazioni multimodali possono essere più comuni di quanto si pensasse in precedenza”.
Come si è arrivati a capire questo? È stato allestito un laboratorio, nel quale è stato richiesto ai partecipanti di documentare prospetticamente la sensazione e la modalità delle allucinazioni percepite per una settimana, ricorrendo a nuovi metodi di descrizione: il disegno, la scrittura e la mappatura del corpo, che hanno generato 42 mappe MUSE (esperienza sensoriale insolita multimodale), analizzate con un metodo “qualitativo-partecipativo”.
ALLUCINAZIONI: ECCO COSA PROVA IL CORPO UMANO
“The Lancet” approfondisce l’argomento, spiegando che i dodici soggetti esaminai in sede di studio presentato tutti allucinazioni quotidiane e vivono in comunità. Cosa è emerso? “Tutte le allucinazioni documentate coincidevano con sensazioni corporee. Le sensazioni erano: localizzate in specifiche aree del corpo, generalizzate in tutto il corpo o estese oltre il corpo nello spazio peripersonale. A livello emotivo venivano riferite confusione, paura e frustrazione“.
Gli esperti che hanno condotto questa ricerca hanno asserito che le allucinazioni prese in esame sono caratterizzate da numerose sensazioni che sorgevano contemporaneamente, spesso includendo “caratteristiche multimodali, emotive e corporali. Si arriva pertanto a concludere con certezza che l’adozione di metodi visivi, ecologici e prospettici può migliorare la comprensione delle esperienze vissute di allucinazioni”. Inoltre, la pratica può essere migliorata offrendo strumenti di comunicazione alternativi durante la raccolta di informazioni (ad esempio mappe corporee, diari visivi), fornendo interventi che affrontano sentimenti condivisi tra i tipi di allucinazione e tenendo a mente le esperienze allucinatorie emerse fino a quel momento e che le persone possono incontrare.