Aveva ottenuto un permesso premio per potersi laureare, ma Andrea Cavallari, dopo essere uscito dal carcere per discutere la sua tesi, non è tornato in cella. Il 26enne, che era stato condannato per la strage di Corinaldo, deve scontare una pena di 10 anni e 11 mesi, ma la sua posizione si aggrava alla luce della fuga. Si sono perse le tracce del giovane da un paio di giorni. La vicenda, infatti, risale a giovedì scorso, quando Cavallari ha lasciato il carcere per recarsi in università, senza agenti della polizia penitenziaria a scortarlo. Ad accompagnarlo, solo i parenti.
Dopo qualche ora è scattato l’allarme, perché non è più tornato nella struttura di Bologna dove è detenuto per la sua pena definitiva. Ha quindi trasgredito le disposizioni del Tribunale di sorveglianza, lui che si è laureato in Scienze giuridiche specializzandosi in consulenza del lavoro e relazioni aziendali. Frequentava la facoltà di Giurisprudenza all’Università di Bologna, un percorso che si è completato giovedì, appunto, con la tesi e la proclamazione. Ma, dopo la cerimonia, una volta rimasto solo con la fidanzata, si sarebbe dato alla fuga.
ANDREA CAVALLARI, DALLA STRAGE DI CORINALDO ALLA LAUREA
A svelare i contorni della vicenda è l’edizione bolognese del Corriere della Sera, che riporta le dichiarazioni del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), il cui segretario generale aggiunto, Giovanni Battista Durante, evidenzia la necessità di dare più spazio al monitoraggio dei detenuti per valutare se possano accedere ai benefici.
Andrea Cavallari era stato arrestato nell’agosto 2019 dai carabinieri di Ancona con altri sei membri della “banda dello spray”, che sette anni fa causarono la morte, a Corinaldo, di cinque ragazzi minorenni e di una mamma 39enne nella discoteca Lanterna Azzurra, dove dovevano assistere al concerto di Sfera Ebbasta. I membri della banda sono stati tutti condannati in via definitiva per aver spruzzato nella sala spray al peperoncino per derubare il pubblico, causando però una fuga di massa che portò alla morte di sei persone e a 59 feriti.