Finita l’emergenza Coronavirus saremo davvero migliori o l’individualismo sarà ancora più esasperato? Sposa la seconda tesi Andrea Delogu che, con Silvia Boschero, conduce La Versione delle Due che va in diretta su Radio2. Da quando è iniziata la pandemia, ha detto la Delogu, la trasmissione ha lasciato sempre più spazio alle telefonate degli ascoltatori che “telefonano dalle zone più colpite dal virus, almeno inizialmente. Adesso la situazione è di stallo e tutti sperano di poter ripartire” ha detto la conduttrice, aggiungendo però che si avverte distintamente la disperazione di chi non potrà riaprire l’azienda o sarà costretto a perdere il lavoro. In più alla trasmissione arrivano telefonate da Paesi lontani (“come il Sudafrica e l’India”) da parte di italiani che non riescono a tornare a casa: l’obiettivo è quello di metterli in contatto con chi possa dare loro una mano.
ANDREA DELOGU “CI SARA’ INDIVIDUALISMO ESASPERATO”
Il tema dell’individualismo è emerso quando Il Messaggero, che ha intervistato Andrea Delogu, ha chiesto se anche lei sia convinta che al termine dell’emergenza Coronavirus la gente si scoprirà migliore: un concetto che è stato più volte ripetuto in queste settimane, anche da parte di personaggi famosi che hanno raccontato il loro periodo di quarantena. Ecco, la conduttrice radiofonica ha detto che più che altro questa teoria viene ripetuta come un mantra “per esorcizzare la paura”; anche lei è possibilista sul fatto che in futuro si riuscirà a dare maggiore valore a cose che normalmente venivano considerate scontate, ma si è anche detta convinta che “l’individualismo sarà più esasperato”. L’augurio è che un domani a essere più pagati siano “il personale sanitario, gli operatori ecologici” e tutte quelle persone che eroicamente stanno lavorando per portare avanti il Paese; vero è anche che la tesi di sottofondo non è del tutto positiva.
FIDUCIA NEL FUTURO, TANTE IDEE
Secondo la Delogu, in buona sostanza, questi 50 giorni di isolamento e pandemia hanno creato una distanza non solo fisica e strettamente necessaria per evitare il contagio, ma anche una sorta di cambiamento radicale nei comportamenti: la gente, qui stiamo parafrasando noi, si è come abituata ad una vita in solitaria e nella quale ognuno è costretto a pensare per sé, e quando la ripresa finalmente avverrà ci vorrà tempo per far fronte a questa situazione. Qui allora non domina l’ipotesi del flash mob dai balconi o certe campagne di solidarietà di gruppo o individuali (si pensi per esempio a quanto proposto da Nick Kyrgios tempo fa), quanto la consuetudine del vivere per conto proprio e arrangiarsi. Sarebbe abbastanza triste se davvero succedesse questo: ci auguriamo ovviamente che non sia così. Anche la Delogu comunque guarda positivamente al futuro: ha infatti detto che “a darmi fiducia sono le idee che continuano a circolare. Progetti di film, programmi tv, proposte: questo vuol dire che il cuore batte, ci saranno cambiamenti ma di certo non siamo alla fine del mondo”.