Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, è stato intervistato ieri sera dai microfoni di Telelombardia in occasione del programma Iceberg. Tanti gli argomenti trattati dal noto penalista, che ha esordito dicendo: “Immagino che non stia gran che bene Andrea Sempio ma non parliamo molto di questa cosa, come stiamo dentro ognuno di noi non è che andiamo a raccontarlo agli altri, soprattutto fra avvocato e cliente, non c’è molta confidenza fra me e Sempio, lui è un ragazzo, non sono un suo amico, un suo confidente, sono due ruoli distinti”.
Massimo Lovati precisa: “Mi risulta che sia tornato a lavorare ma mi risulta anche che forse è preoccupato per la perdita di lavoro, anche questi datori di lavoro potrebbero stufarsi ogni giorno. So che anche il proprietario di casa gli ha dato lo sfrutto, dovuto a questa situazione? Non è che glielo va a dire in faccia, carabiniere oggi, carabiniere domani, è una situazione difficile… spero ovviamente che non perda il lavoro nè la casa”.
MASSIMO LOVATI: “LE INTERCETTAZIONI DI SEMPIO VALGONO MENO DI ZERO”
Sulle intercettazioni di Andrea Sempio risalenti al 2017: “Queste intercettazioni sono più che altro ambientali, mi sembra di capire, valgono meno di zero queste cose, le intercettazioni telefoniche e ambientali devono passare attraverso una perizia… ci saranno i brogliacci? Allo stato delle cose non mi interessano per niente, mi sembrano irrilevanti.
Quindi ha continuato Lovati: “Vogliono riascoltarle perchè stanno andando verso direzioni assurde, questo processo è partito male e continuano ad andare avanti male. Mi sembra di aver capito che le ultime notizie rappresentino uno ricerca morbosa dei complici, quando contro il primo accusato che sarebbe il mio cliente non c’è niente, quindi perchè cercare i complici? E’ una indagine sbagliata perchè è l’origine che è sbagliata”.
MASSIMO LOVATI: “DOPO 18 ANNI SPUNTA FUORI IL CONCORSO?”
Massimo Lovati si dice anche scettico sul capo di incolpazione, ovvero, omicidio in concorso, una vera e propria novità dal 2007 ad oggi, da quando cioè la povera Chiara Poggi è stata uccisa: “Abbiamo fatto un processo lungo 7 anni con 5 gradi di giudizio, 100 magistrati fra giuria popolare, pg, pm, togati e non togati, 50 periti… e non si è mai parlato di concorso, mai. Si è fatto un processo di 7 anni senza mai parlare di concorso”.
E ancora: “Nel 2017 c’è stata una ulteriore indagine contro il mio cliente e non si è parlato di concorso, adesso spunta fuori questa ipotesi di concorso, ma dove è?”. E ancora: “Il capo di incolpazione deve partire logicamente dall’apprendimento del fatto: se parliamo di una rapina al portavalori è logico che ci sono 10 o 12 banditi, e quindi si capisce bene che se ne becchiamo uno gli chiediamo chi sono i complici, offrendogli anche degli sconti… ma qua cerchiamo i complici prima di aver individuato il fatto, in quella casa ne sono entrati centomila fra carabinieri, ris, gatto… cosa c’entra il concorso?”.