Angelo Di Lella, ex guardia giurata uccise la moglie Giovanna Frino a colpi di pistola, rischia l'ergastolo per femminicidio e maltrattamenti
Amore criminale, chi è Angelo di Lella all’ergastolo per il femminicidio di Giovanna Frino: cosa è successo?
Io programma “Amore Criminale” in onda ogni martedì su Rai 3 con Veronica Pivetti, si occuperà nella prima puntata del femminicidio di Giovanna Frino, la donna uccisa dal marito Angelo Di Lella, che le sparò tre colpi di pistola in casa davanti alla figlia 17enne. Un caso avvenuto nel 2022 per il quale ancora deve concludersi il processo giudiziario, che potrebbe portare l’imputato alla condanna all’ergastolo come richiesto dalla accusa. L’uomo infatti è stato giudicato colpevole di omicidio premeditato, aggravato anche dai maltrattamenti e dagli abusi psicologici che andavano avanti da tempo, confermati anche dalle testimonianze delle tre figlie della coppia.
Un matrimonio durato 20 anni, che si era trasformato in una relazione tossica soprattutto nell’ultimo periodo, quando Angelo Di Lella aveva iniziato a manifestare alcuni disagi psichici dovuti alla perdita del lavoro da guardia giurata e alla difficoltà di trovare un nuovo impiego stabile. Tutti segnali che però non erano stati denunciati nonostante gli episodi violenti, compiuti prevalentemente a causa di una gelosia ossessiva che aveva portato a frequenti scontri, minacce e aggressioni non solo verbali.
Angelo Di Lella marito di Giovanna Frino, la vittima scriveva alla sorella: “Ho paura, lui mi odia”
Angelo Di Lella, accusato di omicidio aggravato per aver ucciso la moglie Giovanna Frino nel 2022, è ancora in attesa di giudizio definitivo. La sentenza potrebbe però confermare l’ergastolo visto che i giudici si sono già pronunciati sulla grave condotta di maltrattamenti che l’uomo portava avanti nell’ambito familiare, perchè convinto che la compagna avesse diversi amanti. Nonostante le varie testimonianza e le prove che hanno dimostrato le aggressioni, avvenute in molti casi anche pubblicamente, l’imputato ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere per quasi tutto il processo.
Attualmente, Angelo Di Lella ha affermato anche di non ricordare quanto successo quel giorno continuando così a non dichiararsi responsabile del delitto. Secondo la ricostruzione del Pm, fatta grazie ai racconti della ragazza che è stata testimone della tragedia, il femminicidio sarebbe stato premeditato e portato a termine al culmine dell’ennesima lite in casa. Ad attestare una progettazione, ci sarebbe poi anche un sms che la vittima aveva inviato alla sorella la settimana prima di morire, nel quale si diceva preoccupata ed impaurita di restare a casa sola con il marito: “Lui mi odia, mi farà qualcosa, me lo sento” aveva rivelato.