Omicidio Angelo Vassallo: secondo il Tribunale del Riesame l'impianto accusatorio contro Cagnazzo, Cioffi e Cipriano è solido
Dopo la contestata notizia della scarcerazione di Fabio Cagnazzo, Lazzaro Cioffi e Giuseppe Cipriano in seno alla nuova inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo – il famoso sindaco pescatore di Pollica -, il Tribunale del Riesame ha pubblicato le sue motivazioni dalle quale emerge chiaramente che l’attuale impianto accusatorio (ci torneremo a breve) resta del tutto solido, precisando che sono solamente cadute in virtù delle “cessate esigenze cautelari“.
Prima di arrivare alla nuova inchiesta, è utile ricordare che Angelo Vassallo fu ucciso da un killer ignoto con 9 colpi di pistola il 5 settembre del 2010: all’epoca gli inquirenti – supportati nelle indagini proprio da Fabio Cagnazzo e Lazzaro Cioffi, rispettivamente ex ufficiale ed ex sottufficiale dei Carabinieri – accusarono e arrestarono Bruno Humberto Damiani, poi successivamente archiviato per la completa assenza di prove a suo carico.
Le indagini sulla morte di Angelo Vassallo finirono, così, per incagliarsi in un nulla di fatto, almeno fino alla scorso marzo in cui – in occasione di un interrogatorio – il pentito Romolo Ridosso ha raccontato alcuni retroscena precedentemente ignoti sull’assassinio del sindaco: da quel momento le indagini hanno ripreso vigore e oggi sembra che gli inquirenti abbiano le idee piuttosto chiare sulle presunte responsabilità; mentre di fatto solamente il prossimo 16 settembre il GIP dovrà decidere per il rinvio a giudizio per gli indagati.
Omicidio Angelo Vassallo: secondo il Tribunale del Riesame l’impianto accusatorio contro Cagnazzo, Cioffi e Cipriano è solido
Nel suo interrogatorio, Romolo Ridosso spiegò agli inquirenti che attorno al 2010 entrò in contatto con l’imprenditore Giuseppe Cipriano che gli chiese di sparare alcuni proiettili contro Angelo Vassallo al fine di intimidirlo (ferendolo solo alle gambe, senza ucciderlo), pattuendo come cifra 50mila euro; mentre qualche giorno dopo l’omicidio di Angelo Vassallo, il pentito sostiene di aver incontrato nuovamente Cipriano, il quale gli avrebbe rivelato che a sparare al sindaco fu niente meno che il sottufficiale Cioffi.
Le parole di Ridosso hanno permesso di riaprire il fascicolo, ma ad oggi non sono ancora ritenute del tutto attendibili dato che non sarebbe stato possibile verificarne alcuni dei punti più importanti; mentre la Procura ritiene – al contempo – “pienamente attendibile” l’altro pentito Eugenio D’Atri che ha confermato il rapporto tra Ridosso e Cipriano e ha indicato come organizzatori dell’omicidio di Angelo Vassallo gli stessi Cagnazzo e Cioffi.

L’idea degli inquirenti è che Angelo Vassallo sia stato ucciso perché stava impedendo il rilascio di alcuni documenti che avrebbero agevolato l’arrivo di droga nei porti di Pollica, oltre ad aver avviato una vera e propria campagna contro il narcotraffico; mentre in questa fase delle indagini il Tribunale del Riesame si è limitato a notare che l’impianto accusatorio contro gli indagati resta “solido”, specialmente dal punto di vista del “poderoso depistaggio” che Cagnazzo mise in piedi per accusare Bruno Humberto Damiani.