L’importanza di vivere una fede senza etichette ma nella verità, l’appello per la pace, la vicinanza alle popolazioni straziate dalle guerre e alle persone colpite in Texas dall’alluvione sono alcuni dei temi affrontati da Papa Leone XIV nell’Angelus di oggi, affacciandosi dal Palazzo Apostolico a Piazza San Pietro. Quello del Santo Padre è un invito a non essere cristiani superficiali, ma testimoni autentici della fede; a dialogare personalmente con Dio, a vivere ogni giorno come una missione nella vita quotidiana, ad affidarsi alla preghiera e alla guida di Maria.
Il Papa critica fortemente chi vive la fede in maniera superficiale, i cosiddetti “cristiani delle occasioni“, perché la fede non è un dovere da compiere, ma è vivere il rapporto con Dio in maniera profonda, arrivando così a cogliere il vero senso della vita.

Bisogna vedere la realtà con gli occhi di Gesù, con compassione e profondità, accorgendosi di ciò che Egli vuole compiere nella vita e nel mondo.
LA MISSIONE DEI VERI CRISTIANI
Il Pontefice riflette anche sul messaggio del Vangelo del giorno: la missione che Gesù affida a 72 discepoli. L’obiettivo di Dio è raggiungere tutti, e ogni credente è unico in questa missione, ma al tempo stesso parte attiva del progetto di amore di Dio. La quotidianità, però, ci travolge riempiendoci di impegni e distrazioni, ma nel nostro cuore c’è sete di vita vera e di giustizia. Papa Leone XIV lo definisce “il desiderio dell’infinito” che Dio ha instillato in noi. Per questo cerchiamo qualcosa che ci “riempia” davvero la vita.
Il mondo è pieno di persone in attesa di senso, amore e verità, eppure sono pochi i cristiani che si impegnano davvero a portare la Buona Notizia. Il bene da fare non manca, eppure i discepoli veri sono pochi, secondo il Pontefice, che quindi invita i fedeli a mettersi in gioco, a essere testimoni attivi, non spettatori.
Ritorna, dunque, la critica alla fede vissuta in maniera superficiale: anche i buoni sentimenti non bastano, servono cristiani innamorati, attivi nella vita quotidiana, quindi “operai” del Regno di Dio. Lo si diventa senza teorie o tante parole, pregando e coltivando, appunto, il rapporto con Dio, perché è da lì – ricorda Papa Leone XIV nell’Angelus – che inizia tutto. Chi ha un rapporto vero col Signore può raccogliere i frutti.
LA VERA FEDE SECONDO PAPA LEONE XIV
La vera fede non è una formalità né apparire “buoni” davanti agli altri, è un lavoro quotidiano da svolgere senza troppe teorie o parole complicate: bisogna pregare, mantenere viva la relazione con Dio. La preghiera è ciò che rende il cristiano forte, coerente, capace di testimoniare con gioia.
L’esempio è rappresentato da Maria, che ha detto sì a Dio; ma tutti possono diventare suoi “operai autentici“, vivendo quotidianamente con fede e amore, lasciandosi guidare da Dio.
Papa Leone XIV ha anche espresso le sue condoglianze ai familiari delle vittime dell’alluvione in Texas e ha lanciato un appello per la pace nel mondo, chiedendo al Signore “di toccare i cuori e ispirare le menti dei governanti, affinché alla violenza delle armi sostituiscano la ricerca del dialogo“.