Chi è Anna Carrino, per 30 anni la compagna del boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti, prima di diventare collaboratrice di giustizia: ora vive nel terrore di essere uccisa
Anna Carrino, l’ex compagna del boss Bidognetti che ha condannaro Roberto Saviano alla scorta…
Anna Carrino sarà la prima protagonista di “Insider – Faccia a faccia con il crimine”, il nuovo programma di Rai 3 in onda da stasera in prime time e che vedrà lo scrittore Roberto Saviano protagonista di interessanti faccia a faccia. Anna Carrino è la donna che per trent’anni è stata la compagna di Francesco Bidognetti, boss dei Casalesi, nonché l’uomo che ha “condannato” Saviano a vivere sotto scorta. Dopo molti anni trascorsi al fianco del super boss della Camorra però, Anna decise nel 2007 di voltare per sempre pagina e di collaborare con la giustizia, svelando i segreti del clan dei Casalesi.
Dopo essere stata la donna più potente della Camorra arrivando persino a sostituire il compagno a capo del clan dopo il suo arresto, Anna Carrino è diventata testimone-chiave nei processi che hanno permesso di ricostruire gli affari illeciti e gli omicidi della cosca. Le testimonianze di Anna Carrino hanno portato all’arresto e alle condanne di boss ed affiliati, contribuendo ad azzerare il clan dei Casalesi. “Ho parlato, fatto rivelazioni scottanti e adesso vivo nel terrore di essere uccisa”, aveva commentato la donna in una intervista di qualche tempo fa ripresa da Leggo.
Chi è Anna Carrino, ex compagna boss Bidognetti dei Casalesi: come divenne collaboratrice di giustizia
Per diventare collaboratrice di giustizia, Anna Carrino ha dovuto rinunciare ai propri figli. Per oltre un quarto di secolo la donna è stata amante di Francesco Bidognetti, che non l’ha mai sposata sebbene la trattasse come una moglie a tutti gli effetti. Anna Carrino era la persona di fiducia ma anche l’interfaccia nei rapporti col clan e la messaggera nonché la madre dei figli del boss, le due femmine Katia e Teresa e l’ultimo maschio Gianluca. Era lei che gestiva e teneva in piedi l’intero impero economico di famiglia. Nonostante abbia sempre consigliato ai suoi figli di stare lontani dalla camorra, ogni tentativo di Anna si è sempre rivelato vano. Le due femmine furono arrestate nel 2017 insieme alla cognata.
Era la fine del 2007 quando Anna Carrino, come rammenta Leggo, decise di collaborare, anche grazie al pm Antonello Ardituro. La donna aveva da tempo compreso che il suo compagno aveva intenzione di farla fuori. “Mi chiese di sposarlo. Ma sapevo bene che non l’avrebbe fatto dopo la morte della moglie Teresa Tamburrino. Così era venuto il momento di scappare”, dichiarò. Rintracciata dagli uomini della Dia, decise di affidarsi allo Stato dando il via ad un percorso di collaborazione caratterizzato da alti e bassi e che ha rischiato di compromettere in seguito ad una grave omissione. Anna Carrino, infatti, non rivelò il coinvolgimento del suo ultimogenito nell’omicidio di un ventenne di cui la donna risultò essere la mandante e per il quale fu condannata. “Il mio prezzo con la giustizia l’ho pagato. Anzi, sconto la mia condanna senza vedere i miei figli, senza poter crescere i miei nipoti”, aveva dichiarato, spiegando di non poter avere amici o conoscenti “perché nessuno deve conoscere il mio passato”.
