Dopo un accurato controllo dell’Ade, le potenziali incongruenze e anomalie sui versamenti IVA potrebbero essere oggetto di sanzioni. Gli avvisi bonari dell’agenzia governativa fiscale potrebbero dare l’opportunità ai diretti interessati di poter sanare l’errore pagando una multa “meno salata”.
Grazie ai nuovi check altamente tecnologici e odierni, l’Agenzia delle Entrate è in grado di rilevare delle incongruenze sull’invio dei dati tramite fattura elettronica e i corrispettivi quotidiani registrati e trasmessi al fine di essere inseriti in dichiarazione dei redditi.
Anomalie sui versamenti IVA: la soluzione è il ravvedimento operoso?
A partire dalla Legge di Bilancio di 10 anni fa, l’Ade, dopo aver riscontrato eventuali anomalie sul versamento dell’IVA, è tenuta a comunicare al contribuente l’incongruenza in due soluzioni, tramite il domicilio digitale (reperibile online tramite metodo di autenticazione digitale) e alla propria residenza.
All’interno del regolamento vengono altresì specificate, le informazioni che devono essere trascritte e comunicate al contribuente e alla Guardia di Finanza, incaricata di effettuare i dovuti accertamenti. Ciascuna documentazione riporterà dei dati specifici:
- Nominativo e codice fiscale del contribuente;
- L’anno e il numero che fa riferimento alla comunicazione;
- Il numero delle operazioni ai finita IVA inviati telematicamente;
- Il modo in cui consultare il tipo di anomalia;
- L’iter con cui il contribuente può inviare una segnalazione all’Ade su quanto riscontrato dalla stessa;
- Le soluzioni per pagare delle multe ridotte e sanare l’anomalia riscontrata dall’agenzia governativa.
Proprio grazie al domicilio digitale il contribuente ha la libertà di – farlo autonomamente o delegare l’incarico – richiedere all’Agenzia delle Entrate più spiegazioni in merito all’incongruenza individuata. L’interessato potrà disconoscere eventuali operazioni IVA a lui per l’appunto, ignote.
La soluzione anche in questo caso è denominata “ravvedimento operoso“, lo stesso iter utilizzato dai debitori che non avendo pagato in tempo delle imposte o delle multe vorrebbero ridurre l’ammontare complessivo al fine di poter regolarizzarsi con il fisco.
L’abbattimento dei costi aggiuntivi (come multe) è relazionato e proporzionato a quanto tempo è passato rispetto all’incongruenza, così come è stato previsto dall’articolo 13 del Decreto Legge con protocollo 472 e risalente all’anno 1997.