La morte di Anthony Bivona è stata tra gli argomenti trattati nel corso della trasmissione “Storie Italiane”, andata in onda nella mattinata di oggi, mercoledì 26 gennaio 2022, su Rai Uno. La conduttrice, Eleonora Daniele, ha intervistato in collegamento audiovisivo le sorelle del giovane deceduto in Germania, che hanno sottolineato come sia impossibile che la fidanzata del fratello, Ilayda, non rammenti nulla di quanto accaduto: “Noi abbiamo vissuto un dolore immenso e ci ricordiamo tutto – hanno affermato le due donne –. Soltanto lei non riesce o non vuole ricordare”.
“Inizialmente – hanno proseguito – aveva detto che non aveva visto niente e che stava dormendo mentre Anthony moriva. Poi, mediante uno screenshot che lei ci ha mandato, ci siamo accorti che quella sera era sveglia a mezzanotte e venti. Lei rispose che a quell’ora era al telefono perché stava chiedendo a una ragazza di andare a controllare se lui fosse morto”.
ANTHONY BIVONA, PARLANO GLI AVVOCATI: “C’È UN TESTE CHIAVE, MA NON È STATO SENTITO”
Uno degli avvocati della famiglia di Anthony Bivona, Alessandro Tedesco, ha evidenziato a “Storie Italiane” che “sosteniamo che ci siano testimoni chiave non sentiti. Gli altri teste auditi non sono stati confrontati con le loro stesse dichiarazioni rilasciate in precedenza. La fidanzata di Anthony ha dato tante versioni, si è contraddetta. All’interno della sua stessa affermazione dell’interrogatorio di polizia dice delle cose che poi rettifica, si ferma, si blocca. Il testimone chiave, la terza persona che vede il corpo di Anthony a terra, dichiara che la corda appesa nella tromba delle scale quella sera non c’era, ma questa compare poi nelle foto della polizia. Siccome riteniamo questa versione fondamentale per lo sviluppo delle indagini, noi pretendiamo che venga sentito”.
Il legale Francesco Messina ha sottolineato che “la Procura di Darmstadt ha chiesto all’ufficio di polizia di riesaminare tutti gli elementi e eseguire tutti gli approfondimenti. Invece, oggi ci troviamo criticità maggiori, rappresentate dalla seconda chiusura delle indagini. Sembrerebbe di essere di fronte a tecniche di insabbiamento. Non c’è un progetto di cooperazione internazionale: non possiamo parlare di richiusura quando, oltre alla mancanza dell’autopsia del corpo di Anthony Bivona, non sono state neppure acquisite le immagini di videosorveglianza del palazzo. Tutto ciò che riguarda l’acquisizione di dati oggettivi, nel fascicolo manca”.