Mentre ci sempre di più anche in questo 2025 al momento in cui dovremo – volenti o nolenti – spostare le lancette del nostro orologi avanti di un’ora, inziano anche a circolare delle notizie su di un presunto anticipo ora legale che interesserà gli USA determinando un notevole sbalzo rispetto all’orario in auge nel nostro bel paese e in Europa per i successivi sei mesi: nelle prossime righe cercheremo di approfondire la questione dell’anticipo ora legale, ma prima di arrivarci vale ovviamente la pena soffermarci innanzitutto sul nostro specifico caso italiano.
Partendo dal principio – infatti -, vi ricordiamo che l’arrivo dell’ora legale nel 2025 è previsto grosso modo come in tutti gli ultimi anni per la nottata tra sabato 29 e domenica 30 marzo con le lancette che si sposteranno in avanti di un’ora dalle 2 alle 3 di notte, il tutto fino all’ultima domenica di ottobre (che sarà il 26 e porterà allo spostamento indietro della lancetta): complessivamente in un mondo sempre più digitale il cambio sarà del tutto automatico e non ne risentiranno neppure le vostre sveglie elettroniche; ma se ancora faceste affidamento ad orologi analogici allora ricordatevi di ‘riavvolgere’ la lancetta prima di addormentarvi, oppure come primissima cosa la mattina successiva.
Anticipo ora legale negli USA: tutto quello che c’è da sapere sulla differenza rispetto all’Italia
Insomma, tra poco meno di un mese e mezzo torneremo ufficialmente all’ora legale e comprese le date possiamo indietro sui nostri stessi passi per ricordare le ragioni di questa consuetudine diventata ormai più che secolare: la primissima introduzione nel nostro paese – infatti – risale al 1916 per ragioni legate principalmente alla Prima guerra mondiale ma rimase in vigore solamente fino al 1920 tornando poi in auge tra il 1940 e il 1948; mentre l’ufficiale e definitiva introduzione sarebbe arrivata solamente nel 1966 delegando – inizialmente – la scelta della data al Presidente della Repubblica.
Complessivamente la scelta di adottare l’ora legale è legata soprattutto al risparmio energetico che deriva dallo sfruttamento di un’ora in più di luce al giorno unitamente all’allungamento stagionale delle ore solari che nel corso degli anni ci ha permesso in media di risparmiare tra i 370 e i 647 gigawatt ora rispetto ad un fabbisogno energetico annuale complessivo tendenzialmente attorno ai più di 300mila GWh; ma in virtù della scomodità dell’ora di sonno in meno e dell’effetto simile al jet lag che molti provano nei giorni del cambiamento degli orari sono in molti a criticare la norma chiedendone l’abolizione.
Al contempo – passando ora alla questione dell’anticipo ora legale – il resto del mondo (con un alcune rare eccezioni) ha legiferato similmente all’Italia scegliendo date che in alcuni casi sono leggermente differenti: è il caso, tra gli altri, degli USA che hanno optato per la seconda domenica di marzo che quest’anno cadrà tra sabato 8 e domenica 9 creando una distanza rispetto al nostro bel paese di quasi un mese – precisamente 21 giorni -; con la conseguenza che invece delle solite 6 ore di differenza tra gli USA e l’Italia, ne passeranno ben 7 per tre settimane.