L'Antitrust avvia un confronto con la Commissione UE sul caro voli: sulle tratte da e per Sicilia e Sardegna non c'è trasparenza sui prezzi

Prosegue la battaglia dell’Antitrust contro il cosiddetto “caro voli” – ovvero l’ormai nota consuetudine di aumentare di parecchio il costo degli aerei a ridosso delle festività o delle vacanze estive – che si sta concentrando sulle tratte da e per la Sardegna e la Sicilia: una battaglia iniziata con delle indagini conoscitive svolte sulle principali compagnie aeree, che è proseguita con la pubblicazione di un Rapporto Preliminare e che ora si prepara ad arrivare sui banchi della Commissione UE.



Prima di arrivare al parere dell’Authority è utile fare un piccolo passetto indietro per appurare l’effettiva entità del caro voli: per farlo possiamo facilmente rivolgerci alle più recenti osservazioni fatte da Codacons che hanno stimato che nel solo mese di giugno – ovviamente rispetto a maggio – il costo di un volo nazionale è tendenzialmente superiore del 32,1%, arrivando a un aumento del 38,1% se si guarda al confronto annuale.



Non solo, perché il caro voli ovviamente impatta notevolmente anche sui costi accessori – da intendere soprattutto come la possibilità di portare con sé un bagaglio da stiva, uno da cabina aggiuntivo o di dimensioni superiori, di scegliere il proprio posto a sedere e anche dell’imbarco rapido sull’aereo – che possono far (sempre secondo Condacons) aumentare il prezzo fino al 400% in più rispetto alla tariffa base del volo.

L’Antitrust avvia un confronto europeo sul caro voli: “Servono strumenti per tutelare la trasparenza”

Tornando all’Antitrust, è bene sottolineare che il confronto con la Commissione europea serve soprattutto ad appurare se ci siano possibili azioni da mettere in campo per superare quella “pervasiva regolamentazione” che “a livello europeo” rende complesso perseguire quella necessaria “trasparenza” sui cosi dei voli, intaccando anche la “confrontabilità delle (..) tariffe”; il tutto con l’obiettivo finale di garantire il “funzionamento concorrenziale dei mercati”.



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Secondo l’Antitrust, infatti, la principali compagnie non riescono a garantire la necessaria “comparabilità” di tutti i prezzi – inclusi anche quelli accessori – relativi al volo, rendendo il consumatore “meno consapevole delle variabili” che intaccano il prezzo finale che si andrà a pagare: in tal senso, secondo l’Authority è chiaro che sono proprio i prezzi accessori a rappresentare una quota notevole “dei ricavi delle compagnie” ed è importante adottare nuovi strumenti che rendano più semplice comprare le offerte per garantire una piena trasparenza del mercato.