L'intervista di Gambero Rosso allo chef Antonino Cannavacciuolo, uno dei più stimati d'Italia nonché giudice di Masterchef
Lo chef Antonino Cannavacciuolo si è raccontato nelle scorse ore ai microfoni di Gambero Rosso, in una bella chiacchierata che giunge a poche settimane dal suo cinquantesimo compleanno (festeggiato lo scorso 16 aprile): “Ma mi sento ancora un ventenne”, precisando che continua a lavorare, ad avere le mani in pasta. A riguardo ha spiegato di essere già con la testa ai panettoni di Natale, che venderà ad un prezzo da circa 35-40 euro al chilogrammo, per poi domandarsi: “Ma quelli che lo vendono a 5 o 6 euro cosa ci mettono dentro?”. Nel suo ci sono 400 grammi di burro francese, un ingrediente di altissima qualità che giustifica il prezzo. Cannavacciuolo si sente di difendere il collega Carlo Cracco, spesso e volentieri nel mirino della critica, e di recente anche degli attivisti: “Davanti ci sono i cinesi che fanno pagare 10 euro in più, ma nessuno se li fila, vanno tutti da lui”.
Per lo chef campano c’è troppa ipocrisia: “Facciamo tutti i fenomeni, tu ti siedi da me e pretendi il miglior scampo che c’è, ma a me costano 70 euro al chilo e non accetti che il mio menù costi 200 euro?”. Per il giudice di MasterChef non ci si può limitare solo al piatto quando si pensa al conto, visto che ci sono le persone “che ti accolgono quando arrivi al parcheggio”, ma anche i fiori che “mi costano 3.500 euro a settimana”, la sala con quattro tavoli – “ma potrei mettercene otto, ma si lamentano se stanno stretti” – per poi aggiungere che chi non riesce a capire l’esperienza… “è inutile parlarne”. Cannavacciuolo deve ringraziare MasterChef: “Grazie a questi programmi le persone si sono avvicinate al nostro mondo, mi dicono che ‘fino ad ora non avevo mangiato’”.
ANTONINO CANNAVACCIUOLO: “I NOSTRI RAGAZZI SPENDONO TROPPO IN…”
Lo chef rivolge poi una critica ai nostri connazionali, raccontando che, quando girava per i ristoranti francesi a fine anni ’90, vedeva clienti con auto utilitarie: “Lì non spendono soldi per la macchina bella, ma vanno a mangiare in un grande ristorante. Chapeau!”. In Italia, aggiunge ancora lo chef: “I ragazzi spendono 560 euro per le scarpe, ma perché non vi tenete questi soldi per andare da Cracco, che così imparate qualcosa? Alla fine ti ricordi i posti che hai visitato e dove hai mangiato, non i telefoni e le macchine”.
E oggi com’è la cucina? A riguardo Cannavacciuolo spiega che “bisogna andarsi a cercare gli ingredienti, che sono sempre meno, e bisogna dare una mano a pescatori, contadini e artigiani, di modo che non scendano a compromessi”. Lo chef ha poi ricordato la “favola” di Gianni Bertone, un ragazzo che aveva scartato a MasterChef: “Non lo avevo scelto per la mozzarella in carrozza che non filava. Da quel momento mi ha tormentato, veniva sempre ai miei eventi, poi un giorno ha sfinito mia moglie e lei mi ha detto di provarlo a Villa Crespi. Dopo otto anni lo mando a Pettenasco e lì prende la stella: io volevo solo delle camere e un locale per l’aperitivo”.
ANTONINO CANNAVACCIUOLO E IL PADRE: “EX CUOCO ORA FA I PRESEPI…”
Cannavacciuolo ha parlato anche del padre, che era un cuoco “molto quotato”, che “si giocavano per averlo”. Lavorava in quello che oggi è chiamato il Castello delle Cerimonie, mentre ora fa i pastori del presepe napoletano: “Ha una collezione di 500 pastori del Novecento, glieli hanno valutati 3.000 euro l’uno, ma se li vende non lo riconosco più come padre”.
Sulla moglie Cinzia: “È importantissima per me, mi ha dato due figli bellissimi, è una grande madre”. I due hanno costruito oggi un impero, ma fino a qualche anno fa è stata dura: “L’altro giorno pensavo che non avevano nemmeno la forza di farmi una doccia. Ero un morto vivente, lavoravo dalle sette di mattina alle due di notte, poi facevo tutto io. Se mi chiedessero di rifarlo, non lo rifarei. Per fortuna c’era mia moglie e altre persone che hanno creduto nel mio progetto”.