Antonio Albanese torna in prima serata su Rai3 con la nuova stagione de “I Topi 2“, la serie con protagonista Sebastiano, un latitante che trascorre le sue giornate nascosto in una villetta del Nord Italia protetto da telecamere, allarmi, recinzioni e bunker. Una scelta che l’uomo ha fatto pur di non finire in prigione, ma che si rivela essere una condanna non solo per se stesso, ma anche per la sua famiglia visto che si trovano a vivere una vita da reclusi proprio come fanno i topi delle fogne. Da qui il nome della serie, scritta e diretta dallo stesso Albanese, giunta quest’anno alla seconda stagione. “Sono talmente innamorato di questa famiglia che volevo farla scoprire un po’ di più nelle vite private, gli zii, la moglie, i figli. E con l’entrata di nuovi personaggi, raccontare temi diversi come il machismo e l’omofobia” ha dichiarato il regista ed attore a Tv Sorrisi e Canzoni parlando delle nuove puntate in arrivo su Rai3. Albanese torna così a vestire i panni di Sebastiano su cui rivela: “scappa e si nasconde come un topo inseguito: è questa l’idea per creare situazioni buffe. A lui questa cosa non pesa: ignorante com’è, non apprezza il gusto della vita, non capisce la sofferenza”
Antonio Albanese: ecco come è nata I topi
L’idea di una serie come “I topi” ad Antonio Albanese è venuta quasi per caso quattro anni fa. “Quando ho ideato la serie” – ha dichiarato a Tv Sorrisi e Canzoni – “la metafora era quella del mondo sottoterra che si contrappone al mondo esterno, uomini ignoranti che vivono senza sapere. È molto diverso da quello che succede oggi. “I topi” della serie non sono tutta la famiglia di Sebastiano, anche se poi lui li costringe a fare più o meno una vita da reclusi” ha detto il regista ed attore che ha rivelato di essersi ispirato: “ad alcuni casi che leggevo nelle cronache dei giornali. Volevo raccontare la vita di chi gode di vantaggi economici e vive sottoterra, una follia! Volevo raccontarla ironizzando”. Parlando di vita da reclusi è impossibile non fare un paragone con la vita da isolati che tutti noi stiamo vivendo per via dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. “È un momento di sospensione totale, di riflessione, di attesa, di silenzio. Ci sono vantaggi e svantaggi. Certo, sono più gli svantaggi che i vantaggi” – ha detto il regista ed attore invitando però tutti a pensare anche a dei vantaggi come ” o scoprirci di più, stare con la famiglia, pensare a cose che uno non pensa mai. Caricarsi di coraggio e pazienza. Eliminare la paura, perché la paura indebolisce e confonde, è una brutta cosa. E lo dico io che ho interpretato il Ministro della paura”.
Antonio Albanese: “Cetto è in Sudamerica”
Ai tempi del Coronavirus, Antonio Albanese sta trascorrendo la sua quarantena a Milano con la famiglia: “sto ercando di inventarmi cose nuove, leggendo cose mai lette, guardando la tv. Magari facendo un ottimo ragù. Non l’avevo mai fatto, il ragù!”. Non solo, il regista in questi giorni di isolamento forzato non nasconde di trovare nei social un modo per sorridere, in particolare tramite sms e WhatsApp: “il rapporto con le persone, con gli amici ci sentiamo spesso, ci mandiamo messaggi e molte di quelle elaborazioni che girano, video e foto, sono proprio divertenti”. In questo momento di incertezza totale e di paura a strappare un sorriso e a dare un pò di concerto per fortuna c’è la comicità: “ti dà conforto, c’è dell’energia, voglia di reagire, si ridacchia. La risata è una pila che ti ricarica. Anche in questo siamo un popolo fantastico”. Infine su Cetto La Qualunque e su una sua possibile organizzazione ai tempi del Covid-19 dice: “Cetto è in Sudamerica, una zona incontaminata, è partito subito dopo aver visto “Apocalypse Now” e ora è con un gruppo di indios del Rio delle Amazzoni. Vuole esportare piroghe”