Sul processo ad Antonio De Marco si accendono i riflettori di “Un giorno in pretura“, in onda oggi, martedì 15 aprile 2025, alle ore 21:20 su Rai 3. Nel 2020 uccise a Lecce i suoi due coinquilini, Eleonora Manta e il fidanzato Daniele De Santis, pare perché non sopportasse la loro felicità. Il programma, oltre a dare spazio al procedimento, si interroga anche sul movente per cercare di capire se l’invidia possa bastare come spiegazione di questo delitto atroce. Da subito venne scartata l’ipotesi dell’omicidio d’impeto, del delitto frutto di un gesto di rabbia.
Anzi, le indagini hanno chiarito che lo aveva pianificato nei dettagli: aveva anche studiato le strade per evitare di essere ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Inoltre, si era preparato la procedura da seguire, che prevedeva anche la pulizia della scena del crimine con acqua bollente e candeggina. Ma non mise in pratica tutto il piano, forse per via dei vicini che urlarono di aver chiamato la polizia, nella convinzione che ci fosse un ladro nell’appartamento. In realtà, era l’assassino della giovane coppia di fidanzati.
LA MATTANZA A CASA DI ELEONORA MANTA E DANIELE DE SANTIS
Il 21enne li aveva sorpresi a cena per compiere la sua mattanza: si è accanito su entrambi, uccidendoli a coltellate. Poi però gli errori: è stato ripreso da una telecamera con il volto scoperto, perché nella colluttazione aveva perso il cappuccio e la mascherina nera. Inoltre, aveva delle macchie di sangue sui pantaloni. Non si è neppure disfatto dei biglietti in cui si era appuntato la procedura che avrebbe dovuto seguire: dalla tortura alle uccisioni, fino alla pulizia della scena del delitto e la fuga. Una lista che ricorda quella di Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin.
Aveva ideato la sequenza diabolica, senza però mettere in conto gli imprevisti, infatti sono stati gli errori a incastrarlo. Non aveva previsto le urla, la reazione delle sue vittime, che si sono difesi con tutte le loro forze, ma ci sono anche i testimoni.
Antonio De Marco ha lasciato troppi indizi, con cui gli inquirenti sono riusciti a risalire a lui. Quando i carabinieri lo hanno fermato, prima ha chiesto da quanto fosse pedinato, poi è scoppiato a ridere. Nessun tentativo di fuga, nessun rimorso. Non si è mai pentito, non ha mai chiesto scusa. Ha confessato il duplice omicidio, ma non ha fatto chiarezza sul movente. Ma avrebbe potuto uccidere ancora, perché nei suoi diari aveva scritto che lo avrebbe fatto, se non fosse riuscito a trovare una ragazza che lo amasse.
IL PROCESSO AD ANTONIO DE MARCO
Ora sta scontando la sua pena in carcere dopo la condanna all’ergastolo. Quella in primo grado è arrivata due anni dopo il delitto, in appello invece sono stati aggiunti tre anni di isolamento per Antonio De Marco, riconosciuto capace di intendere e volere. Dunque, niente nuova perizia psichiatrica.
La pena è diventata definitiva senza una pronuncia della Cassazione, perché l’imputato ha deciso di rinunciare al ricorso. Stando a quanto riportato da Leggo, non ha completato gli studi in scienze infermieristiche, ma mentre sconta la pena nel carcere di Lecce, si è iscritto a Filosofia.