Ad Antonio Maglio, protagonista della storia vera del film “A muso duro”, si deve la nascita dello sport paralimpico per come lo conosciamo tuttora. Il medico, che nella pellicola viene interpretato da Flavio Insinna, è stato un pioniere delle terapie di riabilitazione dei disabili. Molti di loro, tra cui alcuni diventati anche dei veri e propri atleti, hanno subito un netto miglioramento delle condizioni di vita attraverso le sue cure.
Sin dal 1956 iniziò a portare i suoi pazienti ai Giochi internazionali di Stoke Mandeville, competizione per atleti in carrozzina organizzati da Guttmann, direttore del più importante centro di riabilitazione motoria inglese. Dopo un paio di anni riuscì a convincere gli organizzatori delle Olimpiadi a creare le Paraolimpiadi, la cui prima edizione si svolse proprio sotto i suoi occhi a Roma nel 1960.
Antonio Maglio, la storia vera delle Paralimpiadi
La storia vera di “A muso duro”, film con Flavio Insinna che viene trasmesso questa sera su Rai 1, ha come protagonista il dottor Antonio Maglio. È il medico italiano che negli anni Sessanta ha dato vita alle Paralimpiadi, che tuttora consentono agli atleti diversamente abili di gareggiare al pari di quelli che partecipano alle Olimpiadi tradizionali. Il suo amore per i più deboli lo portò a volere metterli al centro anche nel mondo dello sport. E ci riuscì.
Alla prima edizione dei Giochi Paralimpici, andati in scena nel 1960 (dal 16 al 25 settembre) a Roma, infatti, parteciparono 400 atleti provenienti da 17 diversi paesi, competendo in 57 eventi e 8 discipline differenti. L’Italia vinse il medagliere conquistando ben 80 medaglie, la maggior parte delle quali in scherma, tennistavolo, nuoto e atletica leggera. A brillare furono soprattutto Maria Scutti e Anna Maria Toso. (Agg. di Chiara Ferrara)
Antonio Maglio, la storia vera “A muso duro”
Antonio Maglio, chi è il medico e dirigente dell’Inail a cui è dedicato il film tv “A muso duro” con Flavio Insinna e tramesso su Rai1. Una storia importante quella del medico considerato il pioniere delle terapie di riabilitazione dei disabili. Proprio grazie a lui, infatti, sono nati i primi giochi Paralimpici che si tennero a Roma nel 1960. Maglio ha dedicato tutta la sua vita al recupero delle persone disabili convinto che lo sport abbia un potere riabilitativo. Durante gli anni Cinquanta, infatti, il professore ha creato una struttura all’avanguardia per il recupero fisico e psichico dei paraplegici offrendo così ai suoi pazienti una motivazione per continuare a vivere e lottare. Dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari nel 1935, Maglio si dedica principalmente alla riabilitazione dei disabili.
Nel 1957 viene nominato direttore del neocostituito Centro Paraplegici “Villa Marina” ad Ostia. Durante questo suo incarico si occupa della sperimentazione di nuove tecniche e metodologie per la riabilitazione dei disabili con effetti immediati. Il medico, infatti, riesce non solo a ridurne la mortalità, ma anche ad attenuarne gli stati depressivi.
Chi è Antonio Maglio? Una vita dedicata al miglioramento delle condizioni dei disabili
Non solo, Antonio Maglio collabora anche con il neurologo anglo-tedesco Ludwig Guttmann, introducendo lo sport per le persone disabili in carrozzina facendo praticare ai suoi pazienti anche atletica leggera, nuoto, pallacanestro, scherma, tennistavolo, tiro con l’arco. Per questo motivo è considerato il padre dello sport paralimpico italiano. Dal 1956, inoltre, il medico ha iniziato a portare i suoi pazienti ai Giochi internazionali di Stoke Mandeville, una competizione per atleti in carrozzina organizzati da Guttmann, direttore del più importante centro di riabilitazione motoria inglese.
Qualche anno dopo, infatti, Maglio riuscii a convincere Guttmann a spostare le competizioni di Stoke Mandeville a Roma. Un evento storico, visto che si tennero i primi giochi paralimpici a Roma presso il complesso sportivo “Tre Fontane” e alla piscina del Foro Italico. Successivamente questi Giochi sono stati considerati dal Comitato Paralimpico Internazionale come prima edizione delle Paralimpiadi.