Antonio Maria Rinaldi attacca il Governo Italiano e l’Europa: l’economista da sempre su posizioni euroscrttiche ed eletto la scorsa primavera eurodeputato nelle fila della Lega, in una intervista radiofonica concessa all’emittente Radio Radio TV sostiene infatti che dalla Commissione UE sono finora arrivate solamente tante parole ma pochi fatti: “Dire che si riduce l’IVA per tre mesi è come fare il solletico a un elefante” spiega il 65enne politico romano con una delle sue espressioni colorite che l’hanno reso uno dei personaggi tv più apprezzati nel talk show tematici, sostenendo inoltre che a suo dire la soluzione migliore sarebbe una rivisitazione totale del sistema fiscale italiano. “Noi paghiamo le tasse più alte del mondo: per rilanciare i consumi non basta abbassare l’IVA solo di un paio di punti” tuona Rinaldi che invece propone semmai una riduzione di almeno cinque punti percentuali. “Bisogna ridare la capacità reddituale agli italiani, siamo pieni di disoccupati e poi la gente ha oramai dimezzato le sue entrate” precisa l’economista capitolino come ricetta appunto per rilanciare i consumi.
RINALDI, “RIDURRE L’IVA DI SOLI TRE PUNTI? COME FARE SOLLETICO AGLI ELEFANTI”
Nel corso della suddetta intervista, Antonio Maria Rinaldi se la prende anche nello specifico non solo con i vertici europei ma anche col Governo Conte, definito un esecutivo bravo solo negli annunci “per vedere di nascosto l’effetto che fa”. Secondo l’esponente della Lega, infatti, se qualcosa di concreto arriverà dall’Unione Europea non arriverà sotto forma di aiuti a pioggia “come ci vogliono fare credere ma sotto forma di specifici progetti industriali che tengano conto di contenuti digitali e verdi”. E poi si rivolge direttamente al premier: “Caro Conte hai dato delle aspettative agli italiani che saranno disattese: ti sei riempito la bocca di miliardi e miliardi che non arriveranno” spiega con enfasi Rinaldi agli ascoltatori e ai conduttori, aggiungendo che di tutti questi fondi a suo dire il piccolo artigiano, il commerciante o i lavoratori a partita IVA non ne sentiranno “nemmeno l’odore da lontano”.