Per la prima prova dell’esame di maturità 2025, Tipologia A (analisi del testo), il ministero dell’istruzione ha selezionato due tracce, fra cui la poesia a firma Pier Paolo Pasolini. “Appendice I a «Dal diario» (1943-1944)”, tratto da “Tutte le poesie” di Walter Siti, pubblicato nel 2009, edizione Mondadori.
Si tratta di un’opera, come facilmente intuibile, che è senza un vero e proprio titolo, ma chi conosce Pier Paolo Pasolini non rimarrà sorpreso, ed è lo stesso ministero dell’istruzione anche a spiegarlo nella traccia ufficiale, precisando che “sovente si riscontra” appunto questo dettaglio nella produzione del poeta italiano originario di Bologna. Agli studenti sarà affidato il compito di analizzare la prova, carpirne il significato intrinseco, gli argomenti trattati e individuare le figure retoriche, un’operazione non semplice che comporta una conoscenza pregressa sull’auto.
APPENDICE I DI PIER PAOLO PASOLINI, PRIMA PROVA MATURITÀ 2025: DI COSA PARLA
Ma di cosa parla il testo? La parte di poesia selezionata dal ministero è molto breve, lunga 19 righe e parla di un uomo che accenna alla sua adolescenza, e che si guarda intorno, contemplando ciò che lo circonda, in particolare la nuova luna e il cantare dei grilli. Si tratta di una poesia che Pasolini scrisse agli inizi degli anni ’40, una riflessione dell’autore attraverso cui lo stesso mette in relazione la natura che lo circonda con il suo esistito.
Essendo datata inizio anni 40, ed essendo Pasolini nato nel 1922, possiamo dire con certezza che quell’opera sia stata scritta quando il poeta era ancora molto giovane, con una forte influenza friulana, la terra dove ha passato gran parte della sua gioventù. Una poesia che parla di se ma anche con riferimento ad una Italia che era da poco uscita dalla guerra, ancora in qualche modo alla ricerca di se stessa.

APPENDICE I DI PIER PAOLO PASOLINI, PRIMA PROVA MATURITÀ 2025: LE TEMATICHE
Fra le tematiche centrali de Appendice I troviamo senza dubbio quella del mondo contadino, ma anche l’infanzia e infine il senso tragico della storia, la consapevolezza che la storia dell’uomo è purtroppo caratterizzata da tragedie, conflitti e sofferenze. Prendere atto della presenza della tragedia nella vita, vuol dire riconoscere la presenza del male all’interno della stessa, del caos, della fragilità e della distruttività, temi quanto mai attuali in questi anni ricchi di guerre, conflitti e divisioni.
Attenzione, prendere atto del fatto che la storia, la vita, sia una tragedia, non significa essere per forzi pessimisti e vedere il male anche dove non c’è, ma semmai essere realisti, essere consapevoli di quanto sia difficile l’esistenza umana, e Pier Paolo Pasolini, nonostante la giovane età, esternava già questo pensiero. Una scelta quindi particolarmente azzeccata quella del Miur, che propone ai maturandi una scrittura molto complessa ma nel contempo molto semplice e umana, che ancora oggi, a distanza di 80 anni, fa ancora riflettere: siamo certi che saranno molti gli studenti che l’avranno scelta.