Stando a quanto riferisce il Wall Street Journal, Apple starebbe lavorando ad un impianto cerebrale per controllare l'iPhone e non solo
Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, autorevole quotidiano americano, Apple starebbe pensando di implementare i propri dispositivi attraverso un sistema di controllo tramite il cervello umano. Per il giornale a stelle e strisce l’azienda di Cupertino starebbe lavorando ad un nuovo standard con Synchron per un dispositivo ritenuto simile ad uno stent che verrebbe impiantato in una vena sopra la corteccia motoria del cervello umano. Il dispositivo in questione si chiama Stentrode ed è dotato di elettrodi che permettono di leggere i segnali celebrali per poi tradurli in delle icone selezionabili da uno schermo.
Un dispositivo da fantascienza ma neanche più di tanto visto che ricorda da vicino il progetto Neurolink a cui sta lavorando da anni Elon Musk, il patron di Tesla e SpaceX, un sistema installato nel cervello per provare ad esempio a tornare a camminare e in generale per aiutare le persone a superare dei gravi traumi. Apple lavora a queste tecnologie sin dal 2014, quando venne lanciato uno standard tecnologico per apparecchi acustici che permettesse di comunicare con gli iPhone tramite Bluetooth, standard che da undici anni a questa parte viene adottato dalla maggior parte degli apparecchi acustici.
APPLE E IL DISPOSITIVO CEREBRALE, IL TEST SUL PAZIENTE AFFETTO DA SLA
Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, Stentrode sarebbe già stato testato dal signor Mark Jackson, un ragazzo che ha indossato un visore per la realtà virtuale Apple e che è riuscito a “catapultarsi sulle Alpi svizzere e a sentire le proprie gambe tremare”, nonostante lo stesso non sia su una sedia a rotelle. L’uomo è infatti affetto da SLA, una malattia purtroppo degenerativa per cui non vi è cura, ma grazie a questo sensore di Apple sta riuscendo a controllare il suo telefono ma anche l’iPad e il Vision Pro.
Il dispositivo a firma Synchron permette di tradurre le onde cerebrali di modo che l’utente possa navigare su uno schermo e selezionare un’icona; si basa sulla funzione “switch control” che permette appunto lo “switch” regalando il comando all’impianto cerebrale. La tecnologia è ovviamente ancora in fase embrionale ed inoltre la navigazione è al momento più lenta rispetto ad un mouse o ad un touchscreen, ma in ogni caso rappresenta già un interessante inizio. Stando a quanto fatto sapere da Tom Oxley, amministratore delegato di Synchron: “Oggi, le aziende che sviluppano interfacce cervello-computer devono ingannare i computer facendogli credere che i segnali provenienti dai loro impianti provengano da un mouse. Con uno standard creato appositamente per questi impianti, si possono fare di più, ha aggiunto”. Secondo il WSJ Apple rilascerà il nuovo standard entro la fine dell’anno per altri sviluppatori, di modo che il dispositivo possa essere migliorato.
APPLE E IL DISPOSITIVO CEREBRALE, LE FUTURE APPLICAZIONI
Stando a quanto riferisce Morgan Stanley, 150.000 persone negli Stati Uniti sarebbero affette da gravi disabilità agli arti superiori e di fatto rappresentano i primi candidati per questo nuovi dispositivi che permettono al cervello di navigare in rete o di utilizzare smartphone e computer.
La prima messa in commercio di un tale sistema potrebbe arrivare nel 2030, quindi nel giro di cinque anni, ma secondo Tom Oaxley i tempi potrebbero essere ancora più ridotti, garantendo che Synchron dovrebbe ottenere un’approvazione già nei prossimi anni. Ricordiamo che Neuralink, il sistema di Elon Musk sopracitato, è attualmente il più avanzato sulla piazza, basandosi su più di 1.000 elettrodi e garantendo quindi una fluidità di movimenti migliore rispetto a quello che sta testando Apple: quest’ultimo ne ha infatti solo 16 ma nei prossimi tempi, con ulteriori sviluppi, non è da escludere che il dispositivo possa ulteriormente migliorarsi, raggiungendo appunto i livelli del sistema del manager di origini sudafricane. Dal 2019 ad oggi Synchron ha già impiantato il suo dispositivo Stentrode su 10 persone.