Episodio increscioso che la dice lunga del clima di repressione che si sta instaurando in Bielorussia. L’arcivescovo metropolita cattolico di Minsk Mons. Tadeusz Kondrusiewicz che stava tornando da una breve visita in Polonia dove aveva partecipato ad alcune celebrazioni in onore della Vergine di Częstochowa è stato bloccato al confine e il suo rientro in patria impedito. E’ stata fatta passare, dopo alcune ore, solo la vettura mentre l’arcivescovo è tornato in Polonia. A ogni domanda sull’accaduto Kondrusiewicz non ha voluto rispondere. L’episodio ha violato la legge bielorussa che dice che “Ogni cittadino bielorusso ha il diritto di circolare liberamente, di scegliere il proprio luogo di residenza su tutto il territorio della Repubblica di Bielorussia. Bielorussia, per lasciare il territorio e tornare senza impedimenti”, oltre alle norme internazionali garantite dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
REPRESSIONE IN BIELORUSSIA
Sul sito catholic.by è stata pubblicato questo commento. “In un momento difficile per tutti noi, mobilitiamoci con la preghiera, esprimiamo una solidarietà speciale e sosteniamoci a vicenda in ogni situazione, poiché siamo della stessa e grande famiglia”. Secondo diversi osservatori, il rifiuto di far tornare in patria l’arcivescovo sarebbe dovuto ai suoi appelli al dialogo, e aver assistito diverse persone arrestate nelle manifestazioni. Sebbene Kondrusiewicz abbia avuto buoni rapporti con il presidente Alexandr Lukashenko in passato, i suoi ultimi commenti non sono stati di gradimento del leader bielorusso. Pochi giorni fa, l’arcivescovo ha rilasciato una lunga intervista a un canale televisivo religioso polacco, TV Trwam , in cui ha difeso i diritti della popolazione bielorussa